Seveso, le amiche di Elizabeth: "Le dicevamo di non fidarsi di quell'uomo"

SEVESO - Il pianto delle amiche di Elizabeth Huayta Quispe, la vittima dell'omicidio di mercoledì scorso, e la loro rivelazione: "Le avevamo consigliato più volte di tenersi alla larga da Vittorio. Però lei era proprio innamorata"

Il fazzoletto in mano per asciugare il viso dalle lacrime, poi una pausa di silenzio e lo sguardo rivolto verso il pavimento. "Sono stata l'ultima persona che ha parlato con Elizabeth. Ci siamo sentite verso le 21 di mercoledì sera. Le sue ultime parole? Erano riferite a Vittorio. Ha detto: 'Quanto è cattivo, lo odio!'. Poi, due ore e mezza più tardi, l'omicidio". E' Tatiana a rompere il ghiaccio nella chiacchierata con le amiche. Non potrebbe essere diversamente: lei ed Elizabeth Huayta Quispe, la donna uccisa mercoledì sera nel a Seveso, erano legatissime. Si conoscevano fin dall'età dell'adolescenza, avevano frequentato entrambe l'istituto professionale Oriani Mazzini di Milano, e si sentivano ancora quotidianamente.

Tatiana, Julia e Jessica non hanno voluto mancare venerdì alla fiaccolata organizzata dall'associazione Amate Nemiche e dall'amministrazione comunale per ricordare la peruviana assassinata e per dire no alla violenza contro le donne.

Sono loro, che con il loro pianto, hanno rotto il silenzio di piazza Mazzini quando il corteo si è fermato davanti all'abitazione in cui è avvenuto l'omicidio. E sono loro che, con il fazzoletto in mano, raccontano il loro dolore.

Elizabeth, in Italia da 17 anni, aveva conosciuto Vittorio in un locale di Milano. "Andavamo tutte lì, ci si conosceva. Poi lui ha iniziato a corteggiarla. Noi le avevamo consigliato di lasciarlo perdere, perché non ci faceva una buona impressione. Ma lei era innamorata. Gli perdonava anche atteggiamenti eccessivi. Un po' ingenua e molto generosa. Poi, con l'arrivo dei figli, ha pensato prima di tutto al loro bene".

Il rapporto, però, non ha funzionato. Finché si è arrivati alla separazione. "Lei era rimasta lì nell'abitazione con i due bambini. Lui era tornato in quella casa da un mese e mezzo, anche se facevano vita da separati. Le aveva offerto la possibilità di lavorare nella sua gelateria il venerdì e il sabato, perché lei aveva bisogno di guadagnare qualcosa. Ma non sembrava un atteggiamento mutato nei confronti di Elizabeth. Lui cambiava spesso umore. Mercoledì, giorno del primo compleanno della bambina, Elizabeth ci aveva manifestato il suo disappunto perché non aveva potuto godersi i figli che lui aveva portato via, riaccompagnandoli a casa verso le 19.30".

Poche ore più tardi, verso le 23.30, l'omicidio. Vittorio Vincenzi è ancora in carcere, per il Pm Giulia Rizzo c'è l'aggravante della premeditazione, che lui respinge, e quella della sevizie per la testa nella pentola d'acqua. Lui pare che abbia chiesto di essere interrogato per fornire la sua versione.


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