Il centrodestra su villa Bagatti: "Zini, allora capogruppo, politicamente non si è accorto di nulla?"
VAREDO - Si parla ancora, inevitabilmente, della questione di villa Bagatti Valsecchi. La storia della presunta corruzione, arrivata a ridosso delle elezioni, non passa a maggior ragione sotto silenzio. E il centrodestra, oggi, ha affisso un manifesto in città.
"Stefano Zini, prima capogruppo dell'amministrazione Daniel, oggi segretario del Pd di Varedo e candidato sindaco, non si è politicamente accorto di nulla?". La domanda è legittima ma di certo, sempre politicamente parlando, è un bell'attacco frontale. Si tratta infatti dell'interrogativo che pone la coalizione di centrodestra con un manifesto che oggi è comparso in diverse bacheche della città.
Si parla naturalmente di villa Bagatti Valsecchi, ovvero dell'ipotesi di reato di corruzione che ha portato la Guardia di Finanza a effettuare un sequestro preventivo, tra beni materiali e conti correnti delle persone coinvolte, per un totale di 3 milioni 300 mila euro.
Vicenda che gli inquirenti collocano proprio nel pieno dell'amministrazione Daniel, con un consigliere comunale della maggioranza dell'epoca che risulterebbe coinvolto. Il risultato finale, come è stata già data ampiamente notizia dalla stampa, sarebbe la valutazione della villa a un prezzo definito esorbitante dagli inquirenti, per essere ceduta all'amministrazione comunale a un importo doppio rispetto a quello corretto.
"Rispetto e fiducia nella magistratura - si legge nel manifesto firmato da Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d'Italia -. Grazie all'esposto del sindaco Marzorati oggi le notizie emerse dalle indagini sono molto chiare". Poi la pubblicazione dei ritagli dei vari articoli di giornale. Fino a quell'interrogativo a cui Zini, allora presente in Consiglio comunale, è invitato a rispondere. Forse non lo farà attraverso i manifesti, ma farà bene a considerare che la stessa domanda se la sono posta anche i cittadini. Fare chiarezza, prima delle elezioni, è anche nel suo interesse.
Si parla naturalmente di villa Bagatti Valsecchi, ovvero dell'ipotesi di reato di corruzione che ha portato la Guardia di Finanza a effettuare un sequestro preventivo, tra beni materiali e conti correnti delle persone coinvolte, per un totale di 3 milioni 300 mila euro.
Vicenda che gli inquirenti collocano proprio nel pieno dell'amministrazione Daniel, con un consigliere comunale della maggioranza dell'epoca che risulterebbe coinvolto. Il risultato finale, come è stata già data ampiamente notizia dalla stampa, sarebbe la valutazione della villa a un prezzo definito esorbitante dagli inquirenti, per essere ceduta all'amministrazione comunale a un importo doppio rispetto a quello corretto.
"Rispetto e fiducia nella magistratura - si legge nel manifesto firmato da Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d'Italia -. Grazie all'esposto del sindaco Marzorati oggi le notizie emerse dalle indagini sono molto chiare". Poi la pubblicazione dei ritagli dei vari articoli di giornale. Fino a quell'interrogativo a cui Zini, allora presente in Consiglio comunale, è invitato a rispondere. Forse non lo farà attraverso i manifesti, ma farà bene a considerare che la stessa domanda se la sono posta anche i cittadini. Fare chiarezza, prima delle elezioni, è anche nel suo interesse.