"Ti darò un vento gentile": i poeti del carcere di Opera protagonisti a Villa Bagatti
VAREDO - Sarà un pomeriggio di emozioni e sentimento quello in programma domani in villa Bagatti Valsecchi (via Vittorio Emanuele II, 48). In occasione della chiusura della mostra d'arte di Psico Avanguardia saranno presenti i detenuti del carcere di Opera che leggeranno le loro poesie
Dopo tre settimane e centinaia di visitatori registrati, in concomitanza con la conclusione della mostra pittorica ideata dal Movimento Psico Avanguardia, “Il sentimento e la ragione”, villa Bagatti Valsecchi di Varedo, grazie alla programmazione messa a punto dagli artisti, si fa portavoce di un progetto culturale, che vede come protagonisti i carcerati di Opera.
L’esposizione di domani, sabato 29 aprile, che come le precedenti giornate sarà visitabile dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18, sarà infatti caratterizzata dalla lettura di poesie composte dai detenuti del carcere. Alle 17, dopo una breve presentazione degli artisti, la parola passerà quindi agli organizzatori del progetto e dunque ai poeti, che leggeranno i loro testi concludendo così la giornata.
Cosa succede, quando da una cella, si vede quel lembo azzurro chiamato cielo? Questa la domanda da cui, circa 25 anni fa, nasce il laboratorio di Scrittura e Lettura creativa pensato e ideato da Silvana Ceruti, che da circa 11 anni, nella sua conduzione, è assistita da Alberto Figliolia, poeta e scrittore.
L’ampio interesse e la passione dei partecipanti, che nella scrittura e nella poesia soprattutto hanno trovato un mezzo per scoprire la propria interiorità e un linguaggio per comunicare con gli altri, hanno fornito, nel corso di questi anni, una vasta gamma di materiale da cui nasce l’ambizioso progetto editoriale, ossia l’ opportunità di raccogliere le poesie composte, in una serie di antologie.
"Ti darò un vento gentile", questo il titolo dell’antologia edita da Vita felice per il 2016. Una raccolta di poesie d’amore, scritte dai reclusi di Opera, che tramite la scrittura cercano, indagano e ritrovano se stessi.
Massimo Chisari
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