Alcatel-Lucent, Tripiedi: "Supporto ai dipendenti, non erogazioni a fondo perduto all'azienda"
VIMERCATE - Davide Tripiedi, deputato del Movimento 5 Stelle, continua a focalizzare la sua attenzione sulla realtà imprenditoriale del vimercatese. Dopo i casi di Bames e Sem, ha portato nella Commissione Lavoro della Camera la questione della Alcatel-Lucent
"La storia ha dell’incredibile: Alcatel-Lucent, azienda produttrice di
apparecchiature per telecomunicazioni, ad ottobre dello scorso anno ha licenziato due suoi
dipendenti della sede di Vimercate. Motivo? Le attività cui erano addetti non erano più previste
all’interno della società. Peccato per l’azienda che i due lavoratori abbiano da subito presentato ricorso in Tribunale,
vincendolo la scorsa primavera. Nonostante ciò, dopo la sentenza, Alcatel-Lucent ha inviato ai due
lavoratori una raccomandata che confermava comunque la risoluzione del rapporto di lavoro”. Ad affermarlo è Davide Tripiedi, deputato del Movimento 5 Stelle, che sulla questione ha presentato, come primo
firmatario, una risoluzione in Commissione Lavoro alla Camera.
“Con questo atto parlamentare chiediamo al Governo l’impegno ad assumere ogni iniziativa possibile al fine di evitare il ripetersi di casi come quelli dei due lavoratori licenziati e non reintegrati.” Ma Tripiedi non si ferma qui: “Come loro due, ci sono altri cinque dipendenti della stessa azienda in attesa di sentenza, sempre licenziati per ingiusta causa. Monitoreremo anche la loro vicenda e se l’esito sarà identico a quello dei primi due lavoratori, faremo di nuovo sentire la nostra voce in Parlamento".
La vicenda di Alcatel-Lucent e i licenziamenti non è una storia che si limita a pochi lavoratori: “Dopo l’acquisizione dell’azienda da parte della multinazionale finlandese Nokia nell’aprile 2015, si pensava ad un miglioramento dei livelli occupazionali. Si è verificato, invece, l’esatto contrario - spiega Tripiedi -. Nokia e Alcatel-Lucent, infatti, nella riunione dei Comitati Aziendali Europei tenutasi il 6 aprile 2016, hanno presentato un piano di ristrutturazione che prevede circa 219 esuberi in Italia su 1.400 addetti complessivi. Di fatto, una prosecuzione di quanto già da tempo si sta attuando all’interno dell’azienda”.
Alcatel-Lucent e Nokia, infatti, è da anni che stanno applicano pesanti piani di ridimensionamento con cessioni di rami d’azienda che hanno prima portato ad uscite volontarie e cassa integrazione per i dipendenti e poi ai licenziamenti. “Su questo punto abbiamo chiesto un ulteriore impegno al Governo nella nostra risoluzione depositata, sollecitandolo a promuovere un intervento immediato e pressante sull’azienda per evitare che la società non attui la riduzione di personale annunciata con misure traumatiche e contemporaneamente non benefìci di erogazioni pubbliche a fondo perduto. Perché, va ricordato, Alcatel-Lucent ha ricevuto e probabilmente continuerà a ricevere finanziamenti da parte della Regione Lombardia e dal Ministero dello Sviluppo Economico. Per quale motivo? Per continuare a non avere un piano di ristrutturazione serio e lavoratori continuamente licenziati dall’azienda?. I lavoratori, la vera forza di un’azienda, meritano più rispetto e non di essere trattati come oggetti da utilizzare e buttare via a discrezione dei vertici della società. Allo stesso tempo, il Governo ha il dovere di porre la massima attenzione nei loro confronti e di tutelare il loro futuro”.
“Con questo atto parlamentare chiediamo al Governo l’impegno ad assumere ogni iniziativa possibile al fine di evitare il ripetersi di casi come quelli dei due lavoratori licenziati e non reintegrati.” Ma Tripiedi non si ferma qui: “Come loro due, ci sono altri cinque dipendenti della stessa azienda in attesa di sentenza, sempre licenziati per ingiusta causa. Monitoreremo anche la loro vicenda e se l’esito sarà identico a quello dei primi due lavoratori, faremo di nuovo sentire la nostra voce in Parlamento".
La vicenda di Alcatel-Lucent e i licenziamenti non è una storia che si limita a pochi lavoratori: “Dopo l’acquisizione dell’azienda da parte della multinazionale finlandese Nokia nell’aprile 2015, si pensava ad un miglioramento dei livelli occupazionali. Si è verificato, invece, l’esatto contrario - spiega Tripiedi -. Nokia e Alcatel-Lucent, infatti, nella riunione dei Comitati Aziendali Europei tenutasi il 6 aprile 2016, hanno presentato un piano di ristrutturazione che prevede circa 219 esuberi in Italia su 1.400 addetti complessivi. Di fatto, una prosecuzione di quanto già da tempo si sta attuando all’interno dell’azienda”.
Alcatel-Lucent e Nokia, infatti, è da anni che stanno applicano pesanti piani di ridimensionamento con cessioni di rami d’azienda che hanno prima portato ad uscite volontarie e cassa integrazione per i dipendenti e poi ai licenziamenti. “Su questo punto abbiamo chiesto un ulteriore impegno al Governo nella nostra risoluzione depositata, sollecitandolo a promuovere un intervento immediato e pressante sull’azienda per evitare che la società non attui la riduzione di personale annunciata con misure traumatiche e contemporaneamente non benefìci di erogazioni pubbliche a fondo perduto. Perché, va ricordato, Alcatel-Lucent ha ricevuto e probabilmente continuerà a ricevere finanziamenti da parte della Regione Lombardia e dal Ministero dello Sviluppo Economico. Per quale motivo? Per continuare a non avere un piano di ristrutturazione serio e lavoratori continuamente licenziati dall’azienda?. I lavoratori, la vera forza di un’azienda, meritano più rispetto e non di essere trattati come oggetti da utilizzare e buttare via a discrezione dei vertici della società. Allo stesso tempo, il Governo ha il dovere di porre la massima attenzione nei loro confronti e di tutelare il loro futuro”.