Beretta, i dipendenti incrociano le dita: domani la terza asta fallimentare
DESIO - Domani scade il termine per presentare l'offerta - servono 3,4 milioni - per la terza asta fallimentare relativa alla Beretta di via Oslavia. Nei giorni scorsi la Imc di Carmagnola ha avanzato la sua proposta ai dipendenti, ma è disposta ad assumerne solo 20 dei 62 attuali.
Sessantadue persone col fiato sospeso domani: sono i lavoratori della Beretta che attendono di conoscere il loro futuro e l'esito della terza asta fallimentare. Nel frattempo pare che si sia fatta avanti un'azienda, la Imc di Carmagnola, per rilevare l'attività anche se non a condizioni favorevoli per tutti.
La proposta infatti, come racconta "Il Giorno", è quella di farsi carico di 20 degli attuali 62 dipendenti alle stesse condizioni contrattuali ed economiche degli ultimi due mesi. Se per questi fortunati, ancora da identificare, si tratterebbe di una boccata d'ossigeno e di una iniezione di fiducia in questo tempo di difficoltà economiche, è evidente che gli altri 42 una scelta di questo tipo significherebbe crisi nera.
La proposta, di certo, avrà spiazzato anche i sindacati che contavano di poter aiutare i lavoratori a risollevare le sorti dell'azienda e a conservare il posto. I lavoratori, chiamati a esprimersi sulla proposta della Imc di Carmagnola, hanno votato a favore anche se non sono mancate discussioni e divergenze. Per tutti comunque la certezza che, in caso di mancata assunzione, ci saranno comunque incentivi economici: 4.500 euro lordi se il dipendente rinuncia a essere collocato in azienda entro 30 giorni dalla ripresa della produzione; diventano 9 mila euro lordi se il dipendente non viene ricollocato in azienda entro 18 mesi.
Resta ora da capire se l'azienda di Carmagnola domani presenterà la sua offerta alla terza asta: servono 3,4 milioni di euro dopo che i primi due tentativi (da 6,1 milioni e, successivamente, da 4,5 milioni) sono andati deserti.
La proposta infatti, come racconta "Il Giorno", è quella di farsi carico di 20 degli attuali 62 dipendenti alle stesse condizioni contrattuali ed economiche degli ultimi due mesi. Se per questi fortunati, ancora da identificare, si tratterebbe di una boccata d'ossigeno e di una iniezione di fiducia in questo tempo di difficoltà economiche, è evidente che gli altri 42 una scelta di questo tipo significherebbe crisi nera.
La proposta, di certo, avrà spiazzato anche i sindacati che contavano di poter aiutare i lavoratori a risollevare le sorti dell'azienda e a conservare il posto. I lavoratori, chiamati a esprimersi sulla proposta della Imc di Carmagnola, hanno votato a favore anche se non sono mancate discussioni e divergenze. Per tutti comunque la certezza che, in caso di mancata assunzione, ci saranno comunque incentivi economici: 4.500 euro lordi se il dipendente rinuncia a essere collocato in azienda entro 30 giorni dalla ripresa della produzione; diventano 9 mila euro lordi se il dipendente non viene ricollocato in azienda entro 18 mesi.
Resta ora da capire se l'azienda di Carmagnola domani presenterà la sua offerta alla terza asta: servono 3,4 milioni di euro dopo che i primi due tentativi (da 6,1 milioni e, successivamente, da 4,5 milioni) sono andati deserti.