Dominio nelle Marche, la Briantea84 seconda alla fine del girone di andata
SEVESO - La Briantea84 mostra i muscoli nell'ultima giornata del girone di andata e, nella trasferta nelle Marche, strapazza Santo Stefano con un netto 69-25. Un'occasione per tirare il fiato in vista della Supercoppa e far disputare l'ultimo quarto alle nuove leve.
Serviva venire nelle Marche per guadagnare nuovamente il secondo posto in classifica: grazie alla contemporanea vittoria interna del Santa Lucia Roma sui diretti rivali di Giulianova (61-45), la squadra di coach Marco Bergna ha potuto massimizzare l’ampia affermazione per 69-25, agganciando i giuliesi a due lunghezze dalla capolista imbattuta (12 punti). Una trasferta pesante, sicuramente un test insidioso prima della Supercoppa. Santo Stefano, che patisce una anemia al tiro esagerata, in difesa non molla mai e soprattutto schiera molti centimetri (e molto peso) dentro l’area. La classifica di serie A, dopo sei giornate di gioco, mostra una spaccatura sempre più netta: sei squadre in 4 punti (con Varese, Sassari e Porto Torres a quota 8 punti in aperta lotta per il quarto posto in vista della Coppa Italia) e il resto inesistente, poco più che comparse.
“Abbiamo provato alcuni quintetti nuovi e questo ci ha impedito di essere subito aggressivi, il rodaggio è ancora in corso – ha dichiarato Marco Bergna -, ma rispetto a Santo Stefano sicuramente abbiamo avuto percentuali al tiro migliori e intensificato la difesa, riuscendo ad andare via facile. Abbiamo ancora qualche lacuna e a volte una eccessiva foga ad andare al tiro: se pensiamo a Roma la fretta è cattiva consigliera, quindi dobbiamo imparare a gestire con oculatezza ogni pallone. Il nostro obiettivo ora è quello di portare a casa sempre i due punti e difendere questo secondo posto, poi sarà lo scontro clou contro Giulianova prima di Natale a definire la gerarchia”.
Freddo fuori dal campo, freddo dentro campo: l’inizio non è di quelli di fuoco, complice anche le temperature polari del PalaPrincipi di Porto Potenza Picena. In campo per la prima volta coach Bergna schiera il quintetto che inserisce la new entry inglese Abdi Jama, uno starting five inedito che viene messo alla prova del nove. I meccanismi devono ancora essere rodati, la UnipolSai arranca soprattutto nelle conclusioni, mentre i lunghi di Macerata Ghione e Bedzeti, pochissimo pericolosi al tiro, a rimbalzo arrivano ovunque (9 rimbalzi in due nei primi 15’ di gioco). In rincorsa da subito (6-2), la UnipolSai trova il ritmo e la parità con Bell ma è la tripla di Jama a dare il primo abbrivio (8-11), molto lieve visto che il primo quarto si conclude con il punteggio contratto di 8-14.
L’ingresso in campo di Ruiz impronta il secondo quarto che, sfruttando la pesante difficoltà al canestro di Santo Stefano (5/20 all’intervallo lungo), cerca di impostare con ordine il gioco in casa biancoblù: rotazioni veloci nel tentativo di smarcare Carossino in area, blindato dai due colossi maceratesi e poco realizzativo: ne approfitta capitan Sagar, che si fa trovare pronto e quando ha la palla in mano la mette sempre. Il quintetto di coach Ceriscioli non riesce proprio a imbucarla e questo agevola di non poco il lavoro dei canturini che, senza strafare, guadagnano vantaggio: la tripla di Choudhry a 1’ dalla seconda sirena sigla il massimo vantaggio di + 18 (11-29).
Mentre Santo Stefano fallisce un attacco dietro l’altro, la UnipolSai si affida a Ian Sagar per tenere alto il morale (sarà lui il top scorer dell’incontro con 24 punti): la partita non è da strapparsi le vesti (anche perché qui, nel caso, andrebbero aggiunti un paio di strati alla divisa da gioco vista l’assenza di riscaldamento per guasto termico), ma questa UnipolSai operaia ha la pazienza di costruire il suo gioco. I risultati arrivano, così come le ampie rotazioni decise dalla panchina. Nel terzo periodo Santo Stefano riesce a realizzare solo 3 punti (un canestro di Ovejero e un tiro libero di Ghione), mentre i canturini restano in media: 16-3 il parziale a 10’ dalla fine, con un punteggio ormai chiaramente chiuso sul 47-16 per i canturini.
L’ultimo quarto lascia quindi spazio ai quintetti più futuristici: Nava e Molteni hanno modo di mettersi in evidenza.