Disavanzo da record: rimpallo di responsabilità, tante ombre da chiarire
BOVISIO MASCIAGO - I cittadini intervenuti ieri sera in Consiglio comunale per conoscere lo stato di salute del bilancio comunale e quali le azioni da intraprendere per il suo risanamento, saranno rimasti delusi. Punto iniziato a mezzanotte, pochi dati citati, solo tanta polemica
Doveva chiarire ai cittadini cos'è successo ai conti pubblici e quali sono le soluzioni individuate per risolvere il problema: il Consiglio comunale dell'approvazione del conto consuntivo 2015, convocato per la serata di ieri, ci ha regalato altre ombre. Una su tutte. Una frase che l'assessore Daniele Ratti, con delega al Bilancio, ha pronunciato nella sua relazione: "Dove ho sbagliato? Ecco, l'istinto mi diceva che c'erano anomalie nei rapporti tra funzionari e assessori. Il funzionario però godeva di benevolenza tra uffici e politici". A tal punto che, secondo l'assessore, "le delibere arrivavano ai limiti della scadenza" e che lui ha chiesto più volte report probabilmente senza ottenere risposte adeguate. E ancora, in riferimento al bilancio: "Mi sono fidato del parere favorevole del responsabile finanziario, dei revisori dei conti, del segretario comunale. Che cosa potevo fare?".
Se fino a ieri era stato chiarito che il Comune aveva un bilancio che fatica a stare in piedi, nella seduta si è scoperto che è debole pure la tesi dell'assessore. Proprio nella relazione letta per difendere il suo operato e respingere la richiesta di dimissioni, ha ottenuto l'effetto opposto. Mettere in risalto anche le sue responsabilità. Poco chiaro quel passaggio sulla benevolenza di cui godeva il funzionario. Quindi nonostante lui avesse percepito che qualcosa non andava, non è stato fatto nulla. Non ha osato, non è stato in grado, o qualcuno glielo ha impedito? Al momento la risposta non c'è. Speriamo che abbia sbagliato a esprimersi, perché si tratta di frasi gravi dal punto di vista politico. Speriamo anche di aver capito male. Potremmo avere sbagliato a riportare qualche termine, seduti tra il pubblico che rumoreggiava, ma anche l'opposizione ha colto lo stesso significato e non ha mancato di evidenziarlo.
E poi quella frase, che può fare apprezzare l'uomo, un po' meno il politico che deve raddrizzare la barca: "Mi sono fidato", visto che c'erano le firme di tutti. Salvo rinfacciare all'amministrazione precedente di aver responsabilità sull'accaduto. Su questo punto ha anche le sue ragioni. Se i milioni di euro mancano, con importi non incassati dal 2000, non si può negare che Gianfranco Ratti, Giuseppina Stella ed Emanuele Galimberti si siano seduti sulla poltrona di sindaco. Anche loro si sono fidati e avevano le firme del funzionario, dei revisori dei conti e del segretario comunale. Loro, chissà perché solo loro, politicamente colpevoli.
La relazione di Ratti, definita polemica dallo stesso Ernesto Artuso (ieri sera nelle vesti di presidente del Consiglio comunale), di fatto ha spinto l'opposizione a riconfermare la richiesta di dimissioni.
Quanto ai conti, ormai sono noti e la facciamo molto breve: il Comune chiude il 2015 con circa 3 milioni 800 mila euro di disavanzo. La seduta è stata un rimpallo di responsabilità tra maggioranza e opposizione, con la prima che ha accusato i predecessori di non aver operato correttamente, ricevendo in cambio l'osservazione di non aver messo mano al bilancio con il riaccertamento straordinario previsto per legge nel 2015. Approvando, invece, una delibera che in una seduta a porte chiuse era stata definita "inqualificabile" da chi ha scoperto tutto il problema.
Il sindaco Giuliano Soldà, dopo aver lasciato spazio al dibattito, ha cercato di tirare le somme per fare luce in modo distaccato sull'intera vicenda. Elencando le condizioni che hanno favorito il problema (cambio del contesto normativo; cambio del segretario comunale; carenza estrema di personale; obsolescenza dell'assetto informatico; cambio del collegio dei revisori dei conti).
Ha elencato, entrando nel dettaglio punto per punto, anche le 15 "voragini" (esattamente il termine utilizzato) riscontrate analizzando la situazione quando ormai era scoppiato il problema:
1) Livello di evasione fiscale che in città arriva al 25-30% circa;
2) Pratiche edilizie
3) Piani di lottizzazione
4) Lavori pubblici
5) Controllo del patrimonio
6) Tariffe cimiteriali
7) Tosap (tassa per l'occupazione spazi ed aree pubbliche, ndr)
8) Ricorsi legali
9) Politica delle entrate
10) Mancata attività di riscossione/recupero crediti
11) Mancata relazione tra i settori e tra gli uffici sull'attività contabile
12) Certificazione di qualità dei processi amministrativi Iso 9001
13) Anticipazione di cassa
14) Controllo di qualità dei bilanci
15) Il mancato funzionamento del sistema dei controlli
Fatta l'analisi, conosciuta la dimensione del problema, ha provato a tracciare una strada da seguire per arrivare a una soluzione definitiva. Ovvero procedere con il piano di risanamento, intervenire sulla macchina comunale, contrastare la cultura dell'evasione, intervenire sul sistema delle relazioni tra maggioranza e minoranza, dare un'adeguata comunicazione ai cittadini.
Sul fatto che possano cambiare le relazioni tra maggioranza e minoranza abbiamo forti dubbi, visto com'è andata la seduta di ieri. Per quanto riguarda il resto, scritto sulla carta l'obiettivo può sembrare semplice, invece bisognerà davvero rimboccarsi le maniche. E, statene certi, anche incrociare le dita.
Se fino a ieri era stato chiarito che il Comune aveva un bilancio che fatica a stare in piedi, nella seduta si è scoperto che è debole pure la tesi dell'assessore. Proprio nella relazione letta per difendere il suo operato e respingere la richiesta di dimissioni, ha ottenuto l'effetto opposto. Mettere in risalto anche le sue responsabilità. Poco chiaro quel passaggio sulla benevolenza di cui godeva il funzionario. Quindi nonostante lui avesse percepito che qualcosa non andava, non è stato fatto nulla. Non ha osato, non è stato in grado, o qualcuno glielo ha impedito? Al momento la risposta non c'è. Speriamo che abbia sbagliato a esprimersi, perché si tratta di frasi gravi dal punto di vista politico. Speriamo anche di aver capito male. Potremmo avere sbagliato a riportare qualche termine, seduti tra il pubblico che rumoreggiava, ma anche l'opposizione ha colto lo stesso significato e non ha mancato di evidenziarlo.
E poi quella frase, che può fare apprezzare l'uomo, un po' meno il politico che deve raddrizzare la barca: "Mi sono fidato", visto che c'erano le firme di tutti. Salvo rinfacciare all'amministrazione precedente di aver responsabilità sull'accaduto. Su questo punto ha anche le sue ragioni. Se i milioni di euro mancano, con importi non incassati dal 2000, non si può negare che Gianfranco Ratti, Giuseppina Stella ed Emanuele Galimberti si siano seduti sulla poltrona di sindaco. Anche loro si sono fidati e avevano le firme del funzionario, dei revisori dei conti e del segretario comunale. Loro, chissà perché solo loro, politicamente colpevoli.
La relazione di Ratti, definita polemica dallo stesso Ernesto Artuso (ieri sera nelle vesti di presidente del Consiglio comunale), di fatto ha spinto l'opposizione a riconfermare la richiesta di dimissioni.
Quanto ai conti, ormai sono noti e la facciamo molto breve: il Comune chiude il 2015 con circa 3 milioni 800 mila euro di disavanzo. La seduta è stata un rimpallo di responsabilità tra maggioranza e opposizione, con la prima che ha accusato i predecessori di non aver operato correttamente, ricevendo in cambio l'osservazione di non aver messo mano al bilancio con il riaccertamento straordinario previsto per legge nel 2015. Approvando, invece, una delibera che in una seduta a porte chiuse era stata definita "inqualificabile" da chi ha scoperto tutto il problema.
Il sindaco Giuliano Soldà, dopo aver lasciato spazio al dibattito, ha cercato di tirare le somme per fare luce in modo distaccato sull'intera vicenda. Elencando le condizioni che hanno favorito il problema (cambio del contesto normativo; cambio del segretario comunale; carenza estrema di personale; obsolescenza dell'assetto informatico; cambio del collegio dei revisori dei conti).
Ha elencato, entrando nel dettaglio punto per punto, anche le 15 "voragini" (esattamente il termine utilizzato) riscontrate analizzando la situazione quando ormai era scoppiato il problema:
1) Livello di evasione fiscale che in città arriva al 25-30% circa;
2) Pratiche edilizie
3) Piani di lottizzazione
4) Lavori pubblici
5) Controllo del patrimonio
6) Tariffe cimiteriali
7) Tosap (tassa per l'occupazione spazi ed aree pubbliche, ndr)
8) Ricorsi legali
9) Politica delle entrate
10) Mancata attività di riscossione/recupero crediti
11) Mancata relazione tra i settori e tra gli uffici sull'attività contabile
12) Certificazione di qualità dei processi amministrativi Iso 9001
13) Anticipazione di cassa
14) Controllo di qualità dei bilanci
15) Il mancato funzionamento del sistema dei controlli
Fatta l'analisi, conosciuta la dimensione del problema, ha provato a tracciare una strada da seguire per arrivare a una soluzione definitiva. Ovvero procedere con il piano di risanamento, intervenire sulla macchina comunale, contrastare la cultura dell'evasione, intervenire sul sistema delle relazioni tra maggioranza e minoranza, dare un'adeguata comunicazione ai cittadini.
Sul fatto che possano cambiare le relazioni tra maggioranza e minoranza abbiamo forti dubbi, visto com'è andata la seduta di ieri. Per quanto riguarda il resto, scritto sulla carta l'obiettivo può sembrare semplice, invece bisognerà davvero rimboccarsi le maniche. E, statene certi, anche incrociare le dita.