Il Comune verso un pesante disavanzo: programma elettorale "congelato", ma la scuola si farà
BOVISIO MASCIAGO - Una conferenza stampa del sindaco Giuliano Soldà e dell'assessore al Bilancio, Daniele Ratti: in attesa di fornire i numeri precisi sui conti del Comune, spiegano cosa non ha funzionato negli scorsi anni e quali sono le prospettive future
Dopo tanti dubbi e tante dichiarazioni sulla crisi del Comune e sul rischio di default, stamattina si è tenuta la conferenza stampa del sindaco Giuliano Soldà e dell'assessore al Bilancio Daniele Ratti. Per consegnare ai giornalisti una speranza e tre certezze. La prima è quella che il pre-dissesto, considerato molto probabile fino a qualche settimana fa, potrebbe tramutarsi in un pesante disavanzo. Non fa sorridere, ma avrà comunque minori ripercussioni.
E poi le tre certezze che derivano dalle dichiarazioni del sindaco e dell'assessore: ovvero le responsabilità politiche dell'amministrazione precedente, quelle di una macchina amministrativa inefficiente e il fatto che a pagare saranno ancora una volta i cittadini. Con una quarta certezza che aggiungiamo noi: il programma elettorale con cui la coalizione di maggioranza si è presentata nel 2014 verrà in gran parte accantonato. Salva, però, la realizzazione della scuola primaria.
"Lo scorso anno - spiega l'assessore - quando abbiamo messo mano al bilancio per l'approvazione del consuntivo, abbiamo avuto la netta impressione che il Comune non fosse stato amministrato in precedenza con il criterio del buon padre di famiglia. Abbiamo messo in atto le prime misure di salvaguardia per arrivare all'approvazione. Poi, approfondendo l'analisi dei conti, tutte le nostre preoccupazioni hanno trovato conferma. Il problema? E' stata consuetudine negli anni utilizzare i residui attivi (gli importi da riscuotere ma mai "incamerati", ndr) per coprire i disavanzi. Di fatto il bilancio raggiungeva il pareggio fondandosi su presunte capacità riscossive. Questo ha determinato un bilancio non corretto non solo da un punto di vista formale, ma anche una pesante condizione di squilibrio".
L'assessore non cita ancora importi precisi ("Stiamo ancora finendo il lavoro di controllo, poi ci sarà una conferenza stampa per dare il dettaglio"), ma offre un'idea della dimensione del problema: "Si tratta di circa 14 milioni di euro di residui attivi, in parte di difficile riscossione, in parte insussistenti. Siamo riusciti a limarli a circa 12 milioni, in parte svalutati come prevede la normativa. Ora la dimensione è di circa 6 milioni di euro".
Ratti non vuole sparare sull'amministrazione Galimberti: "Si tratta di residui che si sono accumulati da decenni. Il più vecchio è addirittura del 2002. Abbiamo ricontrollato ogni voce, circa 10 mila dati". Però non può fare a meno di sollevare una critica: "Dal 2011, quando è scoppiata la crisi e si è fermata l'edilizia, tutti i Comuni in mancanza dei trasferimenti dallo Stato e senza oneri di urbanizzazione, hanno iniziato ad aumentare imposte e tasse. Lo slogan di non voleva mettere le mani nel portafoglio dei cittadini era bello, ma fuori dai tempi. Piano piano l'amministrazione precedente doveva chiedere di più. Scelta forse impopolare, ma saggia".
"Quando abbiamo 'scoperchiato' la situazione ed è saltato fuori di tutto - aggiunge Soldà - ci siamo subito rivolti al Prefetto per un percorso condiviso e alla Corte dei Conti. Il Prefetto, con molta disponibilità, di fronte anche a una carenza di personale del Comune, ha messo a disposizione per un periodo limitato anche due tecnici della Provincia per il lavoro di analisi. Stiamo arrivando alle conclusioni. Esaminati i residui attivi, ora stiamo controllando quelli passivi. Anche qui la situazione è compromessa e da gestire con i creditori, cercando di concordare con loro dilazioni di pagamento".
Anche Soldà non vuole affondare il colpo: "Se i residui risalgono al 2002 significa che anche le amministrazioni precedenti non hanno mai messo mano, forse perché grazie agli oneri di urbanizzazione non avevano bisogno di altre risorse. Però la gestione degli ultimi anni, quando i soldi non c'erano, sembra sia stata da dilettanti. Mai fatte verifiche".
Gli chiediamo di chi è la responsabilità: "Mi riferisco a tutta la macchina comunale che non ha funzionato. Ora, però, il discorso delle responsabilità non c'interessa nemmeno. Bisogna solo risolvere il problema. Quelle eventualmente, le valuteremo in un secondo momento".
Però non nasconde di essere infastidito dalle critiche dell'opposizione: "Onestamente ci sta che si lamentino di non essere stati informati, ma mi risulta che hanno parlato tutti con il segretario che, al momento, è anche il responsabile del settore finanziario. Quindi sono perfettamente a conoscenza della situazione. Ora in Giunta approveremo lo schema di bilancio, poi tutti i consiglieri saranno coinvolti. Però non vengano ad accusare di non aver fatto nulla. Abbiamo analizzato 10 mila voci, quello che sembrava un problema nel 2015, lo abbiamo scoperto nella sua drammaticità negli ultimi cinque mesi con questa analisi puntuale. Il grosso del recupero dell'evasione, diciamo l'80% del totale, l'abbiamo fatto noi così come il controllo dei dati catastali. Il vecchio bilancio certificato dai revisori? Cosa volete che vi dica: evidentemente non hanno approfondito la questione".
L'assessore Ratti fa sapere che il responsabile del settore finanziario è stato cambiato. E confessa che la maggior parte delle somme non incassate è dovuta alle sanzioni della Polizia locale.
La nuova scuola primaria, però, si farà: "E' vero che lo scorso anno abbiamo acquistato un terreno - dichiara Soldà - ma non è quel mutuo da 40 mila euro all'anno a compromettere il bilancio. Tra l'altra operazione fatta in un momento in cui era stato emesso il bando del Governo che finanzierà il 60% dell'opera. Era una sorta di prendere o lasciare. Nelle prossime settimane forniremo dati completi su tutto. Adesso abbiamo ancora i debiti da guardare. Stiamo pagando noi le spese dei lavori precedenti. Mi riferisco al sottopasso che è costato un milione e mezzo di euro in più, o al mercato (1 milione 600 mila euro). Ma soprattutto alla spesa corrente finanziata con residui che non entravano".
Il Comune sembra avviarsi verso il disavanzo. Un pesante disavanzo. "Questo comporta un difficile piano di rientro triennale - conclude Soldà - mentre il pre-dissesto mette in difficoltà il Comune per 10 anni, quindi anche le amministrazioni future".
Il suo programma elettorale, nel frattempo, salvo futuri bandi o sviluppi oggi imprevisti, ritorna nel cassetto. Sulla scrivania c'è spazio solo per i conti del Comune e per una calcolatrice da tenere a portata di mano.
E poi le tre certezze che derivano dalle dichiarazioni del sindaco e dell'assessore: ovvero le responsabilità politiche dell'amministrazione precedente, quelle di una macchina amministrativa inefficiente e il fatto che a pagare saranno ancora una volta i cittadini. Con una quarta certezza che aggiungiamo noi: il programma elettorale con cui la coalizione di maggioranza si è presentata nel 2014 verrà in gran parte accantonato. Salva, però, la realizzazione della scuola primaria.
"Lo scorso anno - spiega l'assessore - quando abbiamo messo mano al bilancio per l'approvazione del consuntivo, abbiamo avuto la netta impressione che il Comune non fosse stato amministrato in precedenza con il criterio del buon padre di famiglia. Abbiamo messo in atto le prime misure di salvaguardia per arrivare all'approvazione. Poi, approfondendo l'analisi dei conti, tutte le nostre preoccupazioni hanno trovato conferma. Il problema? E' stata consuetudine negli anni utilizzare i residui attivi (gli importi da riscuotere ma mai "incamerati", ndr) per coprire i disavanzi. Di fatto il bilancio raggiungeva il pareggio fondandosi su presunte capacità riscossive. Questo ha determinato un bilancio non corretto non solo da un punto di vista formale, ma anche una pesante condizione di squilibrio".
L'assessore non cita ancora importi precisi ("Stiamo ancora finendo il lavoro di controllo, poi ci sarà una conferenza stampa per dare il dettaglio"), ma offre un'idea della dimensione del problema: "Si tratta di circa 14 milioni di euro di residui attivi, in parte di difficile riscossione, in parte insussistenti. Siamo riusciti a limarli a circa 12 milioni, in parte svalutati come prevede la normativa. Ora la dimensione è di circa 6 milioni di euro".
Ratti non vuole sparare sull'amministrazione Galimberti: "Si tratta di residui che si sono accumulati da decenni. Il più vecchio è addirittura del 2002. Abbiamo ricontrollato ogni voce, circa 10 mila dati". Però non può fare a meno di sollevare una critica: "Dal 2011, quando è scoppiata la crisi e si è fermata l'edilizia, tutti i Comuni in mancanza dei trasferimenti dallo Stato e senza oneri di urbanizzazione, hanno iniziato ad aumentare imposte e tasse. Lo slogan di non voleva mettere le mani nel portafoglio dei cittadini era bello, ma fuori dai tempi. Piano piano l'amministrazione precedente doveva chiedere di più. Scelta forse impopolare, ma saggia".
"Quando abbiamo 'scoperchiato' la situazione ed è saltato fuori di tutto - aggiunge Soldà - ci siamo subito rivolti al Prefetto per un percorso condiviso e alla Corte dei Conti. Il Prefetto, con molta disponibilità, di fronte anche a una carenza di personale del Comune, ha messo a disposizione per un periodo limitato anche due tecnici della Provincia per il lavoro di analisi. Stiamo arrivando alle conclusioni. Esaminati i residui attivi, ora stiamo controllando quelli passivi. Anche qui la situazione è compromessa e da gestire con i creditori, cercando di concordare con loro dilazioni di pagamento".
Anche Soldà non vuole affondare il colpo: "Se i residui risalgono al 2002 significa che anche le amministrazioni precedenti non hanno mai messo mano, forse perché grazie agli oneri di urbanizzazione non avevano bisogno di altre risorse. Però la gestione degli ultimi anni, quando i soldi non c'erano, sembra sia stata da dilettanti. Mai fatte verifiche".
Gli chiediamo di chi è la responsabilità: "Mi riferisco a tutta la macchina comunale che non ha funzionato. Ora, però, il discorso delle responsabilità non c'interessa nemmeno. Bisogna solo risolvere il problema. Quelle eventualmente, le valuteremo in un secondo momento".
Però non nasconde di essere infastidito dalle critiche dell'opposizione: "Onestamente ci sta che si lamentino di non essere stati informati, ma mi risulta che hanno parlato tutti con il segretario che, al momento, è anche il responsabile del settore finanziario. Quindi sono perfettamente a conoscenza della situazione. Ora in Giunta approveremo lo schema di bilancio, poi tutti i consiglieri saranno coinvolti. Però non vengano ad accusare di non aver fatto nulla. Abbiamo analizzato 10 mila voci, quello che sembrava un problema nel 2015, lo abbiamo scoperto nella sua drammaticità negli ultimi cinque mesi con questa analisi puntuale. Il grosso del recupero dell'evasione, diciamo l'80% del totale, l'abbiamo fatto noi così come il controllo dei dati catastali. Il vecchio bilancio certificato dai revisori? Cosa volete che vi dica: evidentemente non hanno approfondito la questione".
L'assessore Ratti fa sapere che il responsabile del settore finanziario è stato cambiato. E confessa che la maggior parte delle somme non incassate è dovuta alle sanzioni della Polizia locale.
La nuova scuola primaria, però, si farà: "E' vero che lo scorso anno abbiamo acquistato un terreno - dichiara Soldà - ma non è quel mutuo da 40 mila euro all'anno a compromettere il bilancio. Tra l'altra operazione fatta in un momento in cui era stato emesso il bando del Governo che finanzierà il 60% dell'opera. Era una sorta di prendere o lasciare. Nelle prossime settimane forniremo dati completi su tutto. Adesso abbiamo ancora i debiti da guardare. Stiamo pagando noi le spese dei lavori precedenti. Mi riferisco al sottopasso che è costato un milione e mezzo di euro in più, o al mercato (1 milione 600 mila euro). Ma soprattutto alla spesa corrente finanziata con residui che non entravano".
Il Comune sembra avviarsi verso il disavanzo. Un pesante disavanzo. "Questo comporta un difficile piano di rientro triennale - conclude Soldà - mentre il pre-dissesto mette in difficoltà il Comune per 10 anni, quindi anche le amministrazioni future".
Il suo programma elettorale, nel frattempo, salvo futuri bandi o sviluppi oggi imprevisti, ritorna nel cassetto. Sulla scrivania c'è spazio solo per i conti del Comune e per una calcolatrice da tenere a portata di mano.