Ospedale di Desio, salto nel futuro: arriva il laser a luce verde

DESIO - I primi interventi sono già stati effettuati. Tutti con successo. Pazienti che sono stati seguiti dalla divisione di Urologia diretta da Francesco Franzoso e operati con l'utilizzo del "Green light laser". Con notevoli benefici

Un trattamento rivoluzionario, minimamente invasivo che potrebbe portare la ASST di Monza, nello specifico l’ospedale di Desio, a diventare un centro di riferimento unico in Brianza per la chirurgia laser. La divisione di Urologia del presidio di Desio ha infatti sottoposto a terapia chirurgica con la tecnologia del “Green Light Laser”, il laser a luce verde, quattro pazienti per la cura della patologia prostatica ostruttiva. 

I pazienti, affetti da ipertrofia prostatica, la crescita cioè del tessuto prostatico che crea nel tempo problemi all’atto della minzione, sono stati ricoverati la mattina e operati il giorno stesso. Il giorno successivo è stato rimosso il catetere (tranne, per prudenza, in un caso per prostata di grande volume) e rimandati a casa, con un controllo a distanza di 7 e 30 giorni. Già dopo una settimana tutti e quattro non hanno riferito alcun disturbo urinario significativo, non usano più i farmaci per la prostata e sono tornati tranquillamente e meglio alle loro attività in pochi giorni. 

“La particolarità di questo laser verde – sottolinea Francesco Franzoso, direttore dell’Unità operativa di Urologia - è che permette di operare pazienti che sempre più spesso fanno uso di farmaci che possono causare facili sanguinamenti: questa tecnologia consente di offrire anche a loro la possibilità di approcciarsi al trattamento chirurgico della prostata con più serenità e tranquillità senza rischiare gravi fenomeni emorragici o evitando cateterismi vescicali a permanenza per l’alto rischio chirurgico”.

L’energia laser fornita consente di sviluppare altissime temperature sul tessuto prostatico, tali da vaporizzarlo, farlo letteralmente sparire o evaporare, determinando una rapida apertura del canale uretrale per la rimozione del tessuto prostatico in eccesso, ripristinando rapidamente il flusso urinario naturale, riducendo l’utilizzo del catetere a 24 ore nella maggior parte dei pazienti e ritornando alla propria attività quotidiana in pochi giorni. Si comprende quindi come si tratti di un trattamento rivoluzionario minimamente invasivo per la cura di pazienti in terapia medica da anni, che hanno riportato benefici modesti o scarsi e che sono condizionati al costante uso di farmaci.

“Da anni - continua Franzoso - utilizziamo la tecnologia laser per la terapia della calcolosi dell’apparato urinario. La mia aspirazione è quella di costituire un centro di riferimento per la chirurgia laser in Brianza anche per altre patologie e in particolare per la cura della prostata”.

I punti salienti che caratterizzano questa nuova tecnologia, portandola prepotentemente alla ribalta della chirurgia mini-invasiva della prostata e all’attenzione dei chirurghi, sono molteplici: l’estrema efficacia nel trattare prostate di volume anche superiori ai 100-120 grammi, la riduzione del tempo di cateterismo uretrale a 24 ore per il 95 % dei pazienti, la riduzione del tempo di ricovero a 24 – 48 ore al massimo, tornando quindi alle proprie attività quotidiane in brevissimo tempo. Inoltre modesti sintomi irritativi post-operatori, l’assoluta assenza di perdite ematiche, quindi nessuna trasfusione di sangue, la possibilità di operare pazienti con maggior sicurezza, anche se in trattamento farmacologico antiaggregante, o anti-coagulante a causa delle sempre più frequenti patologie associate cardio-vascolari o con rischi neurologici. 

“Questa scelta di terapia chirurgica laser mini-invasiva – conclude Franzoso - può essere considerata anche per pazienti relativamente giovani destinati a trattamenti medici di lungo periodo che sarebbero condizionati per molti anni a trattamenti farmacologici, controlli periodici, esami del sangue, visite specialistiche strumentali e rischi di complicanze, oltre al deterioramento della funzione prostatica e vescicale. Un aspetto da non sottovalutare, anche in termini di sostenibilità economica per il servizio sanitario. La comunità scientifica comincia a discutere in merito all’opportunità di consigliare un approccio chirurgico laser più precoce, nei pazienti più giovani”.

“È un obiettivo ambizioso – aggiunge Matteo Stocco, direttore generale della ASST di Monza – quello di far sì che il presidio di Desio possa diventare un centro di riferimento per la chirurgia laser di tutta la Brianza e per la regione Lombardia, ma grazie alle tecnologie sempre più innovative di cui ci stiamo dotando e soprattutto grazie alla capacità e professionalità dei nostri operatori, saremo presto in grado di offrire interventi chirurgici mini-invasivi sempre più mirati e con ottimi risultati”.


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