Retromarcia: gli alunni 'bocciati per droga' sosterranno l'esame di terza media

GIUSSANO - I due ragazzini di terza media, scoperti durante la cessione di una dose di marijuana in classe, non sono più espulsi. L'organo di Garanzia interno alla scuola, accogliendo il ricorso del sindaco Matteo Riva, ha deciso di riammettere la ragazza e di tramutare in "sospensione" il provvedimento nei confronti del ragazzo. Potranno sostenere l'esame

Alla fine è andata come desiderava il sindaco Matteo Riva. Anzi, ancora meglio: i due ragazzini di terza media di Giussano, quelli sorpresi durante la lezione mentre si scambiavano una dose di droga inserendola nelle pagine del diario, potranno sostenere l'esame di fine anno per concludere il loro percorso nella scuola secondaria di primo grado.

Dopo l'accaduto erano stati sospesi a tempo indeterminato dal Consiglio di istituto, che aveva stabilito di non ammetterli alla prova. Il sindaco, però, aveva dichiarato che li avrebbe sostenuti lui presentandoli come privatisti. E' andata meglio, dicevamo, perché l'organo di Garanzia interno alla scuola "Don Rinaldo Beretta" ha deciso di riammettere alle lezioni la ragazza, mentre il compagno, ancora sospeso, potrà sostenere comunque l'esame.

Si conclude dunque la vicenda che aveva creato dapprima imbarazzo e preoccupazione, ma poi anche momenti di tensione con uno scontro istituzionale. I due ragazzini erano stati notati dai compagni durante la lezione: una dose di marijuana passata da lui a lei attraverso il diario, subito segnalata al professore che aveva richiesto l'intervento della vicepreside e dei Carabinieri.

Il Consiglio di Istituto aveva stabilito l'espulsione dalla scuola, con l'impossibilità di sostenere l'esame di terza media. La decisione, tuttavia, non era stata accettata dal sindaco che avrebbe voluto una scuola come modello di inclusione, stretta attorno ai due ragazzi per risolvere il loro problema, anziché ferma nella decisione di allontanarli.

A vicenda conclusa il primo cittadino tira un sospiro di sollievo. Ribadendo che la sua determinazione non è mai stata finalizzata a fare ottenere un titolo di studio ai due ragazzi, quanto quella di far capire loro che la scuola costituisce il loro primo dovere nei confronti della comunità. I ragazzi, nel frattempo, sono seguiti dall'amministrazione comunale attraverso i Servizi sociali.