Colombo: "Gli orti urbani del Comune nella zona R della diossina dell'Icmesa"

MEDA - L'idea degli orti urbani probabilmente gli piace: ma Alberto Colombo, capogruppo della lista civica Sinistra e Ambiente, resta un po' perplesso e preoccupato per la sua collocazione. Il terreno, di proprietà comunale, pare ricada in quella che a partire dal 1976 era stata classificata come zona R per la diossina dell'Icmesa. Trattandosi di terreno destinato alla coltivazione, Colombo chiede l'intervento dell'Arpa.

"Vincoli normativi non ci sono. Ma visto che quest'area sarà utilizzata per finalità di coltivazione, è opportuno verificare l'effettiva 'pulizia' del terreno rispetto alla presenza di diossina". E' quanto sostiene Alberto Colombo, capogruppo della lista civica "Sinistra e Ambiente", riguardo all'individuazione dell'area che l'amministrazione comunale intende destinare alla realizzazione del progetto degli orti urbani.

Colombo, che rivela di aver incontrato anche l'amministrazione comunale, spiega il perché delle sue perplessità e dei suoi timori con un comunicato stampa:


Dunque l'amministrazione di Caimi ha pubblicato il 19-02-016 un bando per l'assegnazione degli orti urbani. 
Un bando che prevede la presentazione di un progetto "di gestione" da parte di Associazioni e/o Consorzi con successiva determinazione del punteggio per l'assegnazione dello spazio.
Verrebbe da dire bene, ma ancora una volta dobbiamo registrare l'assoluta impermeabilità dell'amministrazione medese ai rilievi avanzati da Sinistra e Ambiente.

Si perchè, l'area identificata è di proprietà pubblica ma è all'interno della zona R (o di rispetto) per livello di contaminazione da TCDD del disastro Icmesa del 1976. Ce ne eravamo accorti per tempo analizzando la documentazione in nostro possesso, anche sulla base delle  risposte alle nostre interrogazioni.

Senza voler fare alcun allarmismo abbiamo chiesto un incontro con l'assessore alla partita, Claudio Salimbeni, che s'è poi tenuto in data 25 gennaio. All'Assessore alle Attività Produttive, all'Ambiente e all'Economia Sostenibile abbiamo evidenziato che per un principio precauzionale, visto che un ente pubblico assegna quest'area per attività di coltivazione, era ed è opportuno verificare l'effettiva "pulizia" del terreno dal pericoloso contaminante TCDD anche con una susseguente dichiarazione degli enti preposti (Arpa in primis) attestante la compatibilità di questa superficie per l'attività di orticoltura.

Certo, in questa zona all'oggi non esistono "vincoli normativi" ma indubbiamente non si può ignorare la "storia pregressa" e il bisogno di una garanzia di idoneità all'attività prevista.

Ci era parso che l'incontro potesse avere un seguito e che, perlomeno, saremmo stati coinvolti ed informati rispetto ai passaggi cautelativi necessari. Nulla di tutto ciò. Come è nel suo stile, ancora una volta l'amministrazione non ha tenuto conto dei nostri rilievi, non ci ha minimamente aggiornato e ha confermato in ogni caso la localizzazione degli orti urbani in zona R. Saranno anche in grado di dare adeguate e certificate rassicurazioni per l'utilizzo a coltivazioni ad uso alimentare sull'area? 

Per questo chiediamo che, prima di dare attuazione al bando, si effettuino lì congrue ricerche analitiche, secondo le metodiche che Arpa ha recentemente ribadito sui campionamenti di terreni per l'analisi di diossine e furani nonché di altri parametri chimici indicatori della qualità ambientale dei terreni.