Volontariato in Tanzania subito dopo la laurea: Debora alla scoperta delle sfumature della vita

MEDA - C'è chi dopo la laurea prende l'aereo per godersi una bella vacanza. Andrà lontano anche la concittadina Debora Giudici, che giovedì ha concluso con profitto il suo percorso artistico: ma per fare un'esperienza di volontariato in Tanzania. Prima di dedicarsi all'insegnamento per lei un'ultima lezione: di vita.

Debora - senza la "h", come si firma lei, nasce il 12 maggio 1988 da papà Mario e mamma Cristina Nova. Nipote di Natale Giudici dei Veducc , classe 1935 ,nota  famiglia medese di autotrasportatori, e di Nene Veduce , classe 1938 bolzanina. Ed è alla nonna che Debora dedica la sua tesi di laurea conseguita giovedì presso l’Accademia di Belle arti di Brera .

Debora è una forza della natura, artista a tutto tondo che qualche anno fa propose e realizzò  la  bella mostra ‘Come Fenici’ in occasione della giornata della donna che si svolse presso la sala civica Radio. Sua fu la proposta di produrre con tutte le artiste espositrici  a più mani alcune tele che furono poi donate al Comune di Meda e che ora fanno bella mostra proprio all’ingresso della sala stessa.

La sua tesi, dal titolo accattivante ‘L’archivio dei ricordi – la perdita della memoria nell’era digitale’ raccoglie e sviluppa approfonditamente alcuni concetti  tra i quali spicca la frase enigmatica di  Vint Cerf , evangelist di Google , ‘’dietro di noi ci stiamo lasciando un deserto digitale, un altro Medioevo. Se tenete ad una foto, stampatela!” Passando da Shakespeare a  Franco Vaccari,  da Gerhard Richter a Oscar Munoz fino a sposare il pensiero del sociologo Bauman che definisce ‘vita liquida’ il concetto di società liquido-moderna, secondo il quale un individuo non riesce ad abituarsi in tempo ai cambiamenti appena sopraggiunti che già ne subentrano di nuovi. In questo sistema tutto diventa più rapido, non solo la produzione di beni e servizi, le comunicazioni, le notizie, l’informazione, il linguaggio politico: tutto si fa più diretto, immediato, più incisivo e veloce, forse troppo veloce perché viviamo in una società in cui,piuttosto che i contenuti, a cambiare sono i contenitori.

A supporto della propria tesi, Debora produce anche un ‘found memories’ dove narra, con il suo piglio artistico, la vita appunto di nonna Nene: foto in bianco e nero con interventi a matita, pastello, giochi di carta e frammenti  anche di storia .

Ora sta concretizzando un altro sogno  come regalo di laurea, è in partenza per l’Africa, sull’altopiano Maoninga in Tanzania con l’associazione YouAid di Tortona dove porterà i suoi colori in una scuola del villaggio.

Al rientro spera di poter insegnare storia dell’arte ma, come tanti giovani laureati, non riesce a vede un futuro roseo. Magari gli scatti fotografici che ci porterà dall’Africa potranno darle nuovi stimoli e nuovi sogni.