Armi da guerra e droga: una pensionata e due uomini in carcere, uno è legato alla 'Ndrangheta

SEREGNO - Tre persone colpite da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere: sono due uomini più una settantenne. Le accuse a vario titolo sono di associazione di tipo mafioso, detenzione di armi da guerra e clandestine, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e calunnia.

Tre ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due uomini e di una settantenne. Emesse dal Tribunale di Milano su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, sono state eseguite a Seregno dai Carabinieri del Comando provinciale.

Persone che non risultano sconosciute ai militari. Questi, infatti, già nel mese di marzo avevano fatto irruzione nell'appartamento, ed erano rimasti a bocca aperta: una settantenne e il figlio di 34 anni, insospettabili e incensurati, trovati in possesso di un vero e proprio arsenale. E non da poco: una mitraglietta “Skorpion” con tanto di silenziatore artigianale ed un fucile d’assalto AK 47, nonché un rudimentale ordigno esplosivo di elevata capacità offensiva, un fucile a pompa e due pistole semiautomatiche, di cui una con matricola abrasa, e svariate centinaia di munizioni di vario calibro. 

I due erano stati arrestati per detenzione illegale di armi da guerra e di armi clandestine. La settantenne era rimasta ai “domiciliari”, mentre il figlio era stato accompagnato al carcere di Monza. 

I Carabinieri, in accordo con la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, hanno quindi avviato un'articolata indagine che ha permesso di accertare, in particolare, responsabilità penali in ordine alla custodia delle armi sequestrate, e, per uno dei due uomini, l’associazione mafiosa, in quanto appartenente alla cosca di 'ndrangheta capeggiata da Antonio Stagno, radicata a Giussano e Seregno.

I tre sono indagati a vario titolo per associazione di tipo mafioso, detenzione di armi da guerra e clandestine, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e calunnia.


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