Fino e Molteni espongono nella sala civica "Monsignor Gandini"

SEREGNO - Due artiste protagoniste, da giovedì 22 giugno fino a domenica 9 luglio, nella sala Monsignor Gandini. Sono Anna Maria Fino, originaria di Latina ma seregnese d'adozione, e la talentuosa scultrice Camilla Molteni

Le incisioni di Anna Maria Fino e le sculture di Camilla Molteni per ricordare Luca Crippa e Mario Galimberti. La doppia personale delle due artiste della "Famiglia Artistica Seregnese" sarà inaugurata giovedì 22 giugno, in occasione di "Piazze e cortili in musica", alle 18.30 in Galleria civica Monsignor Gandini (via Cavour, 26 – ingresso libero).

Anna Maria Fino, originaria di Latina, ma seregnese d’adozione, insegnante, ha scoperto la passione per l’incisione dopo le prime esperienze artistiche con la pittura. Arte impegnativa e dura, l’incisione la impegna in una ricerca espressiva continua. Dopo il diploma al Liceo Artistico di Brera nel 1973, frequenta corsi di incisione presso la Scuola Regionale Arti e Mestieri di Milano. Nel suo primo periodo di produzione artistica nascono paesaggi, figure, nature morte descritte in poche linee. Negli anni successivi l’interesse per l’archeologia porta Anna Maria Fino a un discorso simbolista che si risolve nel "labirinto": l’affannosa ricerca dell’uomo che si smarrisce nel dedalo di strade senza uscita alla ricerca della luce. "Le incisioni di Annamaria Fino – scrive Pasqualino Colacitti, curatore della mostra -  attraverso un processo di sintesi, hanno raggiunto una essenzialità estrema in cui tutto si è trasformato in simboli e labirinti".

Camilla Molteni, giovane scultrice di talento, dopo il diploma al Liceo artistico "Amedeo Modigliani" di Giussano, nel 2014 si laurea in "Decorazione" con il massimo dei voti all'Accademia di Brera a Milano. Inizia la sua carriera nel 2012 con la collettiva "X – L'universo invisibile", organizzata dall'Accademia di Brera e dall'Osservatorio Astronomico di Brera nell'ex chiesa di San Carpoforo a Milano e in Villa Confalonieri a Merate. L’anno dopo partecipa alla mostra "Da Brera a Maccagno" al Civico Museo Parisi - Valle di Maccagno ed è selezionata per la sezione "Installazioni" al "Premio nazionale delle arti", aperto a tutti gli studenti di tutte le Accademie d'Italia. Nel 2015 vince il premio del pubblico al "Concorso di arti visive San Giuseppe" che aveva come tema "Il paesaggio che non c'è più".

Durante il percorso espositivo i visitatori potranno conoscere la vita di Luca Crippa e Mario Galimberti. Nato a Seregno il 6 aprile 1922, pioniere del surrealismo italiano, pittore e scenografo di livello mondiale, Luca Crippa nel 1946 lavora per tre anni nello studio milanese di Gio Ponti. Nel 1948 Luca Crippa partecipa alla "Triennale di Milano" e inizia un’importante attività di scenografo che culmina, nel 1952, con la messa in scena del "Macbeth" di Shakespeare, con cui cominciano le trasmissioni della RAI Radio Televisione Italiana. Nel 1964 la "David E. Bright Foundation" alla XXXII Biennale Internazionale di Venezia gli assegna il prestigioso premio Internazionale per il bianco e nero per l’opera "Monumento ad Augusto", oggi esposto al "Moma" di News York. nel 1971 inizia a insegnare all’Accademia di Brera, dove lavorerà fino al 1993. Alla sua morte, il 29 giugno 2002, Luca Crippa lasciò in eredità a Seregno la sua collezione, il "Lascito Crippa": 2.866 opere d’arte (2238 dipinti e grafiche di autori contemporanei e 628 opere della propria produzione), che sono esposte presso l’Esposizione Permanente a Palazzo «Landriani – Caponaghi» (piazza Martiri della Libertà, 1).

Mario Galimberti, scomparso poco più di un mese fa all’età di 90 anni, per quasi sessant’anni è stato la punta di diamante per le pagine di cronaca del quotidiano "Il Giorno". La sua carriera era iniziata nel 1950 alla "Settimana Sportiva" di Milano, poi le collaborazioni con "La Notte", il "Corriere Lombardo" e il "Corriere della Sera". Nel 1965 l’approdo al "Giorno", dove ha ricoperto l’incarico di corrispondente e per molti anni di caposervizio per la Brianza. Cronista attento e intuitivo, il nome di Mario Galimberti resta indissolubilmente legato allo scoop della tragedia di Seveso, quando nell’estate del 1976 dall’Icmesa fuoriuscì la nube tossica della diossina. Per molti anni era stato il giornalista di riferimento per quel terribile incidente, con testimonianze e convegni in Italia e nel mondo.

La mostra, promossa dalla "Famiglia Artistica Seregnese" con il patrocinio del Comune di Seregno, potrà essere visitata fino a domenica 9 luglio nei seguenti orari: da lunedì a venerdì dalle 16 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.


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