Briantea84 scrive un'altra pagina di storia: oggi è nella Mapooro Arena di Cantù
SEVESO - La scelta di abbandonare il Palasport di via Gramsci per giocare gara-2 della finale scudetto, è tutt'altro che un tradimento: la Briantea84, per rimanere in corsa per il titolo tricolore di basket in carrozzina, chiama a raccolta tutto il pubblico nella leggendaria Mapooro Arena di Cantù.
Una partita decisiva su un campo leggendario. Gara 2 di finale scudetto si giocherà stasera alle 20.30 alla Mapooro Arena: dopo la prima zampata del Santa Lucia nel primo match della serie (al meglio delle tre), per la UnipolSai quella di sabato diventa una gara da dentro-fuori. Vietato sbagliare. Sesto uomo in campo sarà il pubblico di tutti i tifosi biancoblu: nei giorni scorsi, in un attimo, sono stati prenotati oltre 1300 posti (l’ingresso al match è libero, con possibilità di prelazione per i gruppi numerosi). Tanti bambini, com’è nello stile del tifo legato alla UnipolSai: scuole, società sportive, oratori. Famiglie in prima fila e tanto calore, tanto che quella biancoblù è unanimemente considerata una delle tifoserie più belle d’Europa.
I Campioni d’Italia in carica, per la partita più importante dell’anno, hanno dunque scelto di lasciare Seveso, dove ormai da 13 anni si è stabilito il quartier generale delle squadre targate Briantea84 e dove per l’intera stagione si è registrato il tutto esaurito. L’unica destinazione alternativa non poteva che essere il glorioso Pianella, grazie alla disponibilità della Pallacanestro Cantù che non solo ha ceduto il campo, ma anche ampi spazi di allenamento durante tutta la settimana.
Uno spostamento ambizioso, dettato in primo luogo da necessità logistiche: l’impianto sevesino ha una capienza massima di 423 posti omologati, troppo pochi rispetto alle persone attese per questo appuntamento finale, in ogni caso ultima partita casalinga della UnipolSai. Si tratta inoltre di un tuffo nel passato: proprio sui legni dell’odierna Mapooro Arena, il basket in carrozzina di Alfredo Marson ha scritto le prime pagine della sua storia, negli anni del presidente Aldo Allievi, quando la squadra si chiamava Clear come i cugini più famosi.
Anche in questa finale, così come per tutta la stagione, i protagonisti saranno in primo luogo i bambini. In cabina di regia, gli animatori di IO Tifo Positivo, il progetto di educazione sportiva promosso da Fondazione Candido Cannavò e Comunità Nuova di don Gino Rigoldi. Il programma – che insegna ai più piccoli (ma anche agli adulti) come vivere lo sport, sia dentro che fuori dal campo – da due anni vede il coinvolgimento di testimonial della UnipolSai negli incontri con le scuole. Un campo di azione in cui Briantea84 è particolarmente attiva da diverso tempo: solo nell’ultimo anno sono stati effettuati circa 40 incontri con studenti di ogni età, per un totale di ben 2mila ragazzi sensibilizzati sul tema dello sport paralimpico.
“Non è stato facile compiere questa scelta – ammette il presidente Alfredo Marson -: da un lato la volontà di non penalizzare la squadra, giocando una partita così delicata in un campo che conosciamo poco, dall’altro la necessità di guardare le cose in maniera obiettiva e non da tifoso. Il palazzetto di Seveso era purtroppo inadeguato per capienza: abbiamo una responsabilità legata al fatto che abbiamo in gestione questo impianto da anni e non potevamo mettere a rischio tutte le persone che avrebbero voluto assistere alla partita, riempiendolo fino all’inverosimile. Così come non volevamo dire di no alle tante richieste che stiamo ricevendo. Il passo è molto impegnativo, ci rendiamo conto che il Pianella incute timore anche solo entrandoci. Ma ci piacciono le sfide difficili. È una questione di cultura, oltre che di sport: ad oggi siamo i soli in Italia in grado di attrarre queste masse, persone che scelgono liberamente di passare un sabato sera a vedere una partita di basket in carrozzina. Mi piacerebbe che in futuro fosse così ovunque, palazzetti pieni, pubblico festante. Serve metodo e impegno, non sono risultati che arrivano per caso. Ma questa è la strada, noi ci crediamo ed è per questo che sentiamo la responsabilità di fare sempre di più, di non fermarci".
“Quanto alla partita in sé – continua Marson – non ho molto da dire oggi. In fondo sono un presidente molto tifoso e in questi momenti mi manca la lucidità di dire le cose giuste, quindi preferisco tenermi in disparte e lasciare che la squadra lavori concentrata. Mi auguro solo che la prossima partita possa rappresentare una svolta rispetto agli ultimi incontri con Roma, credo che ce lo meritiamo per l’impegno e gli sforzi tutta la società ha dimostrato in questa stagione. Non vedo ostacoli insormontabili, bisogna crederci. Questo è quello che dico anche ai bambini più piccoli che iniziano lo sport da noi, ma vale a tutte le età”.