La sorella disabile usata come Bancomat: condannato per maltrattamenti in famiglia
SEVESO - Dopo cinque anni di dibattimento il processo è giunto a sentenza: un uomo di 66 anni, residente in città, è stato condannato a quattro anni e dieci mesi di reclusione per maltrattamenti nei confronti della sorella minore con problemi psichici
I genitori ormai non c'erano più. E lui si era fatto carico della sorella con problemi psichici. Purtroppo non solo per amore fraterno, ma anche per intascare i soldi della pensione di invalidità. L'uomo, 66 anni, residente a Seveso, è stato condannato dal giudice a quattro anni e dieci mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia.
Una brutta storia emersa ormai cinque anni fa grazie alla sensibilità dei Servizi sociali del Comune, capaci di accorgersi che qualcosa non andava per il verso giusto in quell'abitazione e a mettere in moto la macchina della giustizia.
Ne è uscita una storia fatta di opportunismo da parte del fratello maggiore che, dopo avere intascato e speso l'eredità di famiglia, ha trovato utile l'indennità mensile percepita dalla sorella minore a causa dei suoi problemi di salute. Purtroppo, al di là dello sfruttamento economico, è venuta a galla anche la vita da reclusa della donna, costretta a stare in casa e a non lamentarsi per evitare una razione di botte.
Dopo cinque anni anche la vicenda giudiziaria è giunta a conclusione. Il Tribunale di Monza ha condannato l'uomo a quattro anni e dieci mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia. La sorella, nel frattempo, era stata già stata trasferita a Desio in una struttura dove vive in tutta libertà, protetta e assistita.
Una brutta storia emersa ormai cinque anni fa grazie alla sensibilità dei Servizi sociali del Comune, capaci di accorgersi che qualcosa non andava per il verso giusto in quell'abitazione e a mettere in moto la macchina della giustizia.
Ne è uscita una storia fatta di opportunismo da parte del fratello maggiore che, dopo avere intascato e speso l'eredità di famiglia, ha trovato utile l'indennità mensile percepita dalla sorella minore a causa dei suoi problemi di salute. Purtroppo, al di là dello sfruttamento economico, è venuta a galla anche la vita da reclusa della donna, costretta a stare in casa e a non lamentarsi per evitare una razione di botte.
Dopo cinque anni anche la vicenda giudiziaria è giunta a conclusione. Il Tribunale di Monza ha condannato l'uomo a quattro anni e dieci mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia. La sorella, nel frattempo, era stata già stata trasferita a Desio in una struttura dove vive in tutta libertà, protetta e assistita.
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