Educare i profughi: parte dalla Brianza un progetto dell'associazione Afriaca

TRIUGGIO - I migranti? Devono rimboccarsi le maniche, imparare l'italiano e lavorare. Stop all'assistenzialismo. Non sono parole del leghista Matteo Salvini, bensì di Joseph Sassou, presidente di "Afriaca", che sta lanciando un progetto di mediazione culturale per i migranti

La Brianza apripista nazionale di un progetto di inserimento dei profughi e dei richiedenti asilo partendo dall’insegnamento della lingua e delle regole italiane. A salire in cattedra, però, saranno mediatori culturali particolari. Quegli immigrati che sono giunti in Italia e che nel nostro Paese si sono costruiti un futuro. Uomini e donne che come i nuovi arrivati dall’Africa parlano la stessa lingua, praticano la stessa religione e soprattutto hanno il medesimo patrimonio storico e culturale.

A lanciare il progetto Joseph Sassou, 40 anni, proveniente dal Togo e che da circa dieci anni vive e lavora in Brianza. Qui ha trovato anche l’amore sposandosi con una ragazza brianzola che gli ha dato due bambini. Sassou, presidente dell’associazione “Afriaca”, attualmente collabora con la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza nella struttura di Triuggio che accoglie i richiedenti asilo.

Il suo progetto è molto semplice: spiegare agli immigrati le regole dell’Italia, rendendoli autonomi una volta che saranno costretti ad uscire dai centri di accoglienza.

"Basta con l’assistenzialismo – spiega – è tempo di dare a questi giovani i mezzi per potersi costruire in Italia un futuro".

Ma per entrare in contatto con loro è necessario prima di tutto conoscerne la lingua e soprattutto la cultura. Infatti, solo chi ha vissuto in quelle terre può comprendere certi comportamenti che ai nostri occhi appaiono del tutto inaccettabili.

"Questi ragazzi vanno educati – spiega –. La mattina si devono svegliare, fare colazione, andare a scuola di italiano . Devono imparare la lingua, non possono pensare che vivranno di vitto e alloggio assicurato per l’eternità. Devono imparare a leggere e scrivere in italiano, a rispettare le leggi anche quelle per esempio della buona convivenza come il non far baccano alle 11 di sera. E ancora imparare a rispettare le forze dell’ordine, a conoscere a apprezzare la cucina del Paese che li ospita".  

Sassou è convinto che questo metodo è quello corretto: "Questi giovanotti, in piena età produttiva devono rimboccarsi le maniche per costruirsi un loro futuro. Altrimenti il rischio è quello che, una volta conclusa la permanenza nei centri di accoglienza, saranno facili prede di balordi e malviventi".

Chi vuole conoscere meglio il progetto del presidente di Afriaca e contribuire alla sua realizzazione può inviare un’email a afriaca.italia@gmail.com oppure telefonare al numero 389.187171241. 


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