Cru16 di piazza Risorgimento: per il Tribunale il Comune non deve nulla al "Cer"
SEREGNO - Per il Tribunale di Milano il "CER", il consorzio di imprese emiliano romagnolo, che aveva abbandonato il CRU16, il cantiere di piazza Risorgimento, è colpevole di gravissimo inadempimento. Non ha pertanto diritto al risarcimento milionario che aveva chiesto al Comune.
“Gravissimo inadempimento”. Così il Tribunale di Milano, sezione specializzata in materia di imprese, con la sentenza n. 1713/2016 dell’8 febbraio, ha definito la condotta del “CER”, il consorzio di imprese emiliano romagnolo, che aveva abbandonato il CRU16, il cantiere di piazza Risorgimento.
“Una vittoria della città”. Così il sindaco Edoardo Mazza commenta la sentenza a favore del Comune. “Siamo sempre stati convinti – prosegue il sindaco – della correttezza del nostro operato. Lo abbiamo detto in Consiglio comunale e in campagna elettorale. Adesso lo conferma anche la giustizia. Spero ne prendano atto anche le minoranze e decidano di abbandonare la strada giudiziaria e tornare a fare politica”.
Il Tribunale ha rigettato integralmente le domande formulate dal “CER”, che si trova in liquidazione coatta amministrativa, nei confronti del Comune di Seregno ed ha accolto le ragioni per cui, con rilevanza dirimente per il giudizio, il Comune di Seregno ha esercitato la risoluzione in danno dell’appalto. Dagli 11 ai 14 milioni di euro la cifra che chiedeva il “CER”.
“Nonostante le difficoltà e gli attacchi, anche personali, subiti in questi anni, questa sentenza non è una mia vittoria - spiega il vicesindaco Giacinto Mariani -. È una vittoria dei seregnesi perché sono convinto che l’Auditorium sarà lo strumento per promuovere la cultura a Seregno. Ma non solo. Potrà anche contribuire a sostenere il rilancio dell’economia della città”.
Nella parte di motivazioni, spiega l’avvocato Maura Magni, “il Tribunale ha riconosciuto come il “CER” non abbia fornito prova delle proprie allegazioni, mentre il Comune si è sempre difeso contestando puntualmente tutte le pretese avanzate dall’impresa sin dal primo atto difensivo. Sono state, pertanto, avvalorate sia la bontà dell’operato degli uffici sia le decisioni dell’amministrazione”.
Il “CER” ha abbandonato contra legem e senza giustificazioni il cantiere per oltre un anno producendo così, come si legge nella sentenza, “un’arbitraria dilazione dei tempi di realizzazione dell’opera nonché gravi danni alla porzione di lavori già eseguita”.
“Comune uno, CER zero e palla al centro. E adesso giochiamo per il secondo gol”, il sindaco usa una metafora sportiva per rilanciare l’azione dell’amministrazione. La palla, infatti, passa al Tribunale di Monza, dove pende il giudizio di opposizione. Sarà Monza a valutare le ragioni risarcitorie che il Comune ha invece incorporato nell’ordinanza ingiunzione del 7 agosto 2013 e delle altre eccezioni. Tre milioni e mezzo la richiesta del Comune.