Infiltrazioni mafiose, Mazza: "Una class action contro la senatrice Ricchiuti"
SEREGNO - Ha atteso che tutti i consiglieri comunali potessero dare il loro contributo al dibattito sulla criminalità organizzata. Poi il sindaco Edoardo Mazza ha fatto sentire la sua voce. E anche tutto il suo disappunto per la proposta di scioglimento del Consiglio comunale. Rispondendo con una provocazione a quella che considera a sua volta provocazione e strumentalizzazione elettorale.
Una class action che veda coinvolti tutti i residenti di corso del Popolo contro la senatrice desiana Lucrezia Ricchiuti. E' la proposta provocatoria lanciata nientemeno che dal sindaco Edoardo Mazza nel corso della seduta di Consiglio comunale di martedì, quando è stato messo in discussione un ordine del giorno contro la criminalità organizzata.
Non l'ha proprio gradita il sindaco l'interrogazione presentata dalla senatrice al ministro dell'Interno per chiedere di verificare se sussistono i motivi per sciogliere il Consiglio comunale di Seregno dopo la chiusura dei due bar del centro cittadino per possibili infiltrazioni mafiose. E non l'ha nascosto in Consiglio comunale, intervenendo a fine serata dopo aver lasciato spazio al dibattito.
"Al di là di un doveroso ringraziamento alle forze dell'ordine - ha dichiarato Mazza - alla Procura e alla Prefettura, devo ammettere che provo due sentimenti contrastanti. Sono allo stesso tempo motivato e rattristato. Motivato perché ho la coscienza pulita e so che bisogna far sì che Seregno riacquisti quella credibilità che la vicenda delle infiltrazioni mafiose ha minato. Rattristato, invece, perché è stata fatta una grande strumentalizzazione elettorale".
Non ha fatto nomi all'inizio, ma il riferimento è stato chiaro a tutti quelli che hanno seguito la vicenda: "Gli altolocati romani alterano la realtà dei fatti, forse senza neanche conoscere Seregno. A novembre 2014 e febbraio 2015 siamo stati noi (l'architetto Grisafi, ndr) a chiedere un intervento dell'ufficio Antimafia della Prefettura. Risposta arrivata a febbraio 2016 per entrambe le attività. Fughiamo ogni dubbio dopo quello che ho sentito durante il dibattito: i 15 mesi li ha impiegati la Prefettura, non noi. Il comportamento dei nostri dipendenti sotto questo profilo è stato ineccepibile".
Mazza ha poi aggiunto che il Comune ha cercato a sua volta di fare verifiche "Avevamo questo obbligo. E vi ricordo che in tutta la Brianza, fino a pochi giorni fa, era stato chiuso per questi motivi solo un bar, ad Arcore. Abbiamo agito con serietà, senza sbandierare la legalità. Non è nel nostro stile. Leonardo Sciascia diceva che le persone che affrontano la criminalità organizzata si dividono in due categorie: quelle che agiscono e i 'professionisti dell'antimafia' che parlano e non fanno nulla. A noi, di questi ultimi, non interessa nulla".
Poi la critica alla senatrice Ricchiuti: "Addirittura ha accusato il vicesindaco Giacinto Mariani perché abita lì nello stesso stabile del bar Tripodi. Allora potremmo fare una class action con chi abita in corso del Popolo contro la senatrice. Perché, se applichiamo la proprietà transitiva, tutti quelli che abitano vicino al bar sono mafiosi. Ma vicino quanto? Cento metri? E centouno significa, invece, esserne fuori? La mia è una battuta provocatoria, naturalmente, ma capite che assurdità è stata scritta in quella richiesta di scioglimento del Consiglio comunale?".
Infine la replica ad alcune critiche sollevate durante il dibattito: "Brianza SiCura? Non è che ne siamo fuori solo noi: in tutta la Provincia hanno aderito solo in undici. Se il problema è quello di approvare un manifesto, lo facciamo subito, ma che senso ha aderire così?". E ancora: "Il sostituto procuratore Salvatore Bellomo? Mai detto che è venuto per una visita di cortesia a bere il caffè. E' venuto a fare il suo lavoro, ma ribadisco che c'è massima collaborazione con l'istituzione comunale. Cesano Maderno? No, io guardo a casa mia e non chiedo di certo che venga sciolto quel Consiglio comunale. Noi non siamo di questa pasta, la polemica politica la lasciamo agli altri".
Non l'ha proprio gradita il sindaco l'interrogazione presentata dalla senatrice al ministro dell'Interno per chiedere di verificare se sussistono i motivi per sciogliere il Consiglio comunale di Seregno dopo la chiusura dei due bar del centro cittadino per possibili infiltrazioni mafiose. E non l'ha nascosto in Consiglio comunale, intervenendo a fine serata dopo aver lasciato spazio al dibattito.
"Al di là di un doveroso ringraziamento alle forze dell'ordine - ha dichiarato Mazza - alla Procura e alla Prefettura, devo ammettere che provo due sentimenti contrastanti. Sono allo stesso tempo motivato e rattristato. Motivato perché ho la coscienza pulita e so che bisogna far sì che Seregno riacquisti quella credibilità che la vicenda delle infiltrazioni mafiose ha minato. Rattristato, invece, perché è stata fatta una grande strumentalizzazione elettorale".
Non ha fatto nomi all'inizio, ma il riferimento è stato chiaro a tutti quelli che hanno seguito la vicenda: "Gli altolocati romani alterano la realtà dei fatti, forse senza neanche conoscere Seregno. A novembre 2014 e febbraio 2015 siamo stati noi (l'architetto Grisafi, ndr) a chiedere un intervento dell'ufficio Antimafia della Prefettura. Risposta arrivata a febbraio 2016 per entrambe le attività. Fughiamo ogni dubbio dopo quello che ho sentito durante il dibattito: i 15 mesi li ha impiegati la Prefettura, non noi. Il comportamento dei nostri dipendenti sotto questo profilo è stato ineccepibile".
Mazza ha poi aggiunto che il Comune ha cercato a sua volta di fare verifiche "Avevamo questo obbligo. E vi ricordo che in tutta la Brianza, fino a pochi giorni fa, era stato chiuso per questi motivi solo un bar, ad Arcore. Abbiamo agito con serietà, senza sbandierare la legalità. Non è nel nostro stile. Leonardo Sciascia diceva che le persone che affrontano la criminalità organizzata si dividono in due categorie: quelle che agiscono e i 'professionisti dell'antimafia' che parlano e non fanno nulla. A noi, di questi ultimi, non interessa nulla".
Poi la critica alla senatrice Ricchiuti: "Addirittura ha accusato il vicesindaco Giacinto Mariani perché abita lì nello stesso stabile del bar Tripodi. Allora potremmo fare una class action con chi abita in corso del Popolo contro la senatrice. Perché, se applichiamo la proprietà transitiva, tutti quelli che abitano vicino al bar sono mafiosi. Ma vicino quanto? Cento metri? E centouno significa, invece, esserne fuori? La mia è una battuta provocatoria, naturalmente, ma capite che assurdità è stata scritta in quella richiesta di scioglimento del Consiglio comunale?".
Infine la replica ad alcune critiche sollevate durante il dibattito: "Brianza SiCura? Non è che ne siamo fuori solo noi: in tutta la Provincia hanno aderito solo in undici. Se il problema è quello di approvare un manifesto, lo facciamo subito, ma che senso ha aderire così?". E ancora: "Il sostituto procuratore Salvatore Bellomo? Mai detto che è venuto per una visita di cortesia a bere il caffè. E' venuto a fare il suo lavoro, ma ribadisco che c'è massima collaborazione con l'istituzione comunale. Cesano Maderno? No, io guardo a casa mia e non chiedo di certo che venga sciolto quel Consiglio comunale. Noi non siamo di questa pasta, la polemica politica la lasciamo agli altri".