Una nuova mostra dedicata a Luca Crippa, "Maestro del collage"
SEREGNO - Sarà inaugurata nella mattinata di domani, martedì 28 febbraio alle 10.30, la mostra "Luca Crippa. Maestro del collage". Un'altra eredità dell'artista seregnese che trova spazio nell'Esposizione Permanente a Palazzo Landriani Caponaghi
"Quando si parla di collage è implicito che si parli di materiale già esistente, proveniente dal mondo degli uomini: questa è la posizione di partenza". Luca Crippa raccolse immagini, carte e ritagli di riviste o giornali. Materiali con cui ricostruì storie illusorie e oniriche, narrazioni colorate ed ironiche, perfino sarcastiche, di vite normali e di momenti ed oggetti quotidiani. Opere che da domani, martedì 28 febbraio (inaugurazione alle 10.30), saranno esposte nella mostra "Luca Crippa. Maestro del collage" presso l’Esposizione Permanente allestita a Seregno nella sede municipale di Palazzo Landriani – Caponaghi (piazza Martiri della Libertà, 1).
Nell’Italia artistica degli anni Trenta del XX secolo, dove predominava il realismo, il giovane Luca Crippa, forse unico artista, inizia una sua personale ricerca sul filone dadaista-surreale del collage. Realizza i primi lavori tra il 1938 e il 1948 con cui, associando oggetti diversi, crea personaggi e mondi fantastici, come testimoniano "Le bombe che noi preferiamo" del 1942 e "L’ultimo addio" del 1943. Il riferimento di Luca Crippa per questi primi lavori è l’opera "l'Usignolo cinese" (1920) del maestro dadaista dei collages Max Ernst. La produzione dei collage di Crippa decollerà solo alla metà degli anni Sessanta
"Per comprendere l’opera di Luca Crippa, progredita nel tempo attraverso le diverse tecniche artistiche della grafica, della scultura e dell’assemblaggio, - scrive Dorian Cara, curatore della mostra - non si può non sottolineare l’importante contributo del collage, che nella poetica dell’artista è stata spensierata sintesi della sua visione fantasiosa e giocosa della realtà, magica illusorietà di ritratti di personaggi ideali realizzati con ritagli ricomposti fantasticamente, dove la dimensione del foglio di carta è divenuta quinta teatrale per piccole scenografie, micro narrazioni, storie immaginarie".
Dalla seconda metà degli anni Quaranta i collage si caratterizzano per un costrutto narrativo più articolato e ricercato che dà al racconto una trama quasi barocca. Conchiglie, testine d'angelo, abiti settecenteschi senza corpi e volti incorniciati lasciano spazio alle fantasie la cui quinte teatrali sono soffitti, cartine geografiche, finestre su città ideali, spazi sospesi.
Negli anni Cinquanta si nota nelle opere a collage di Crippa una decisa evoluzione, più sobria e asciutta rispetto ai precedenti, mentre nel 1964 porta un collage alla XXXII Biennale di Venezia. La sua "Parete polimaterica", lunga trenta metri e alta cinque, purtroppo andata persa, fu oltre che una installazione polimaterica, anche un assemblaggio di varie carte e fogli di giornale su cui l’artista applicò gli oggetti più disparati, dalle pistole alle stampe con abiti militari, dai pifferi agli spadini: tutti oggetti che rievocavano il mondo dei bambini, sempre nello spirito dadaista, divertente ed irriverente.
Fino al 1993 proseguì nella realizzazione di diversi collage, tra i quali i più importanti furono "Fabbrica del vento" (1969) e "Ritratto di personaggi inutili" (1975), ospitati al Padiglione di Arte Contemporanea di Ferrara del 1982.
"Luca Crippa. Maestro del collage" è un progetto che nasce in partnership con il Liceo Parini. A settembre, infatti, gli studenti dell’indirizzo umanistico faranno da "ciceroni" ai bambini delle materne e delle medie guidandoli alla scoperta di Luca Crippa e del collage una tecnica che, conosciuta come "canivet", si afferma in Europa nel XVIII secolo con Jean Hubert e Joahn Caspar Lavater. Riprendendo le tecniche calligrafiche giapponesi del XII secolo, Hubert e Lavater produssero caricature, bigliettini d’augurio, immaginette votive, sagome per i teatrini di ombre, addobbi per paraventi.
Nell’arte del Novecento il collage fu ampiamente usato da Georges Braque, Pablo Picasso, Juan Gris, Henri Laurens, Paul Joostens, Hannah Höch, Kurt Schwitters, Max Ernst, Joan Mirò, René Magritte e Salvador Dalì.
Alla sua morte, il 29 giugno 2002, Luca Crippa lasciò in eredità a Seregno la sua collezione, il "Lascito Crippa": 2.866 opere d’arte (2.238 dipinti e grafiche di autori contemporanei e 628 opere della propria produzione), che nei prossimi anni saranno esposte a rotazione nell’Esposizione Permanente.
"L’arte, indipendentemente da forma e tecnica, - ha dichiarato l’assessore alla Cultura e grandi eventi, Giacinto Mariani - è un potente strumento di comunicazione in grado di interagire con i propri interlocutori senza limiti di spazio, di tempo o culturali. Con questa idea da due anni, con l’Esposizione Permanente, lavoriamo per promuovere il “Lascito Crippa”. Ciò perché, nei confronti del maestro, abbiamo innanzitutto un debito morale".
La mostra potrà essere visitata fino al 30 novembre nei seguenti orari: da lunedì a venerdì dalle 9 alle 12.30; giovedì dalle 9 alle 18:30 con orario continuato.
Informazioni e prenotazioni: Segreteria Esposizione Permanente Luca Crippa - tel. 0362 263/311.
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