"Non sto in camera con il negro": e rinuncia all'intervento in ospedale
VIMERCATE - Un incredibile episodio di razzismo all'ospedale di Vimercate nella mattinata di lunedì. Un brianzolo sistemato in camera in attesa degli esami clinici e dell'intervento in sala operatoria, ha lasciato la struttura sanitaria pur di non condividere la stanza con un uomo di colore
Si è recato in ospedale a Vimercate per un intervento atteso da tempo. Quando però si è accorto del suo vicino di letto, non è riuscito a trattenere il suo disappunto: "Io con quel negro non ci sto. Se non mi date un altro letto, io me ne vado". E alla fine se n'è andato davvero.
L'incredibile episodio di razzismo, che nella struttura sanitaria ha lasciato tutti a bocca aperta, è accaduto nella mattinata di lunedì. Protagonista un uomo di 35 anni, arrivato nel reparto di Ortopedia per una piccola operazione.
Ha seguito tutte le istruzioni fornite dal personale dell'ospedale, finché è stato accompagnato nella camera prima di iniziare l'iter degli esami clinici e di essere trasportato in sala operatoria. Quando si è accorto della presenza di un uomo di colore, accomunato dalla stessa sorte, non è però riuscito a trattenersi.
Inutile l'intervento delle infermiere e della caposala, che hanno cercato di calmarlo e di riportarlo alla ragione. Era proprio determinato: "Con quel negro proprio no, voglio un altro posto letto". Hanno cercato di spiegargli che non era possibile, ottenendo però il suo netto rifiuto: "Se non mi spostate da qui, me ne vado io rinunciando all'operazione". Detto, fatto: ha firmato il foglio delle dimissioni e ha rinunciato all'operazione.
Tutti sbigottiti nell'azienda ospedaliera, dove il colore della pelle non è mai stato un problema per nessuno. Né per i pazienti né, tantomeno, per il personale dipendente che si è sempre prodigato nell'assistenza trattando tutti allo stesso modo. Non solo: proprio per abbattere la barriera del pregiudizio e del razzismo, per aiutare il paziente in difficoltà, è stato anche attivato un traduttore simultaneo 24 ore su 24 in pronto soccorso in cento lingue diverse.
Sbollita la rabbia e lasciato trascorrere qualche giorno, l'italiano si è poi ripresentato in ospedale per l'operazione come se nulla fosse accaduto. Ci resta un dubbio: se nel letto a fianco avesse trovato Barack Obama, il Presidente degli Stati Uniti, avrebbe rifiutato il ricovero "con quel negro"? Probabilmente avrebbe firmato il foglio anche stavolta: quello del suo curriculum, chiedendogli un favore dopo la degenza.
L'incredibile episodio di razzismo, che nella struttura sanitaria ha lasciato tutti a bocca aperta, è accaduto nella mattinata di lunedì. Protagonista un uomo di 35 anni, arrivato nel reparto di Ortopedia per una piccola operazione.
Ha seguito tutte le istruzioni fornite dal personale dell'ospedale, finché è stato accompagnato nella camera prima di iniziare l'iter degli esami clinici e di essere trasportato in sala operatoria. Quando si è accorto della presenza di un uomo di colore, accomunato dalla stessa sorte, non è però riuscito a trattenersi.
Inutile l'intervento delle infermiere e della caposala, che hanno cercato di calmarlo e di riportarlo alla ragione. Era proprio determinato: "Con quel negro proprio no, voglio un altro posto letto". Hanno cercato di spiegargli che non era possibile, ottenendo però il suo netto rifiuto: "Se non mi spostate da qui, me ne vado io rinunciando all'operazione". Detto, fatto: ha firmato il foglio delle dimissioni e ha rinunciato all'operazione.
Tutti sbigottiti nell'azienda ospedaliera, dove il colore della pelle non è mai stato un problema per nessuno. Né per i pazienti né, tantomeno, per il personale dipendente che si è sempre prodigato nell'assistenza trattando tutti allo stesso modo. Non solo: proprio per abbattere la barriera del pregiudizio e del razzismo, per aiutare il paziente in difficoltà, è stato anche attivato un traduttore simultaneo 24 ore su 24 in pronto soccorso in cento lingue diverse.
Sbollita la rabbia e lasciato trascorrere qualche giorno, l'italiano si è poi ripresentato in ospedale per l'operazione come se nulla fosse accaduto. Ci resta un dubbio: se nel letto a fianco avesse trovato Barack Obama, il Presidente degli Stati Uniti, avrebbe rifiutato il ricovero "con quel negro"? Probabilmente avrebbe firmato il foglio anche stavolta: quello del suo curriculum, chiedendogli un favore dopo la degenza.
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Davide G. :
L'episodio lascia davvero a bocca aperta. Trascurando l'epilogo "Barack Obama", di un presidente che ha vinto il nobel per la pace, sulla fiducia, la cosa che mi sconcerta è la finta indignazione delle persone. Quanti in cuor proprio sono razzisti, quanti non prendono i mezzi per evitare gli extracomunitari, ma poi si indignano per episodi come questi? La prima onestà è verso se stessi. Non mi ritengo razzista, ma questo "guazzabuglio moderno" (Cit. Merlino - La spada nella roccia) fa acqua da tutte le parti. C'è da stare attenti, perché non ci sono solo Madre Teresa o Gandhi per le strade. Ci sono anche estremisti di ogni razza, cultura, religione ed orientamento sessuale. Anche loro vanno rispettati. | sabato 15 ottobre 2016 12:00 Rispondi