Nell'Arca c'è posto per tutti: 10 volontari in più per assistere i malati terminali

GIUSSANO - I camici arancioni, quegli angeli che incontriamo nell'hospice e nell'assistenza domiciliare, erano già una cinquantina. Ora si è concluso il corso di formazione: altre dieci persone hanno deciso di dedicarsi al prossimo in un momento davvero difficile

Prima, hanno superato il colloquio conoscitivo e di selezione. Poi, hanno frequentato le lezioni. E ora sono pronti per diventare operativi a tutti gli effetti.  Ieri sera, per i dieci  nuovi  volontari che hanno seguito il corso di formazione promosso da Arca Onlus per l’assistenza e la cura dei malati terminali e delle loro famiglie,  è arrivato il momento della cerimonia conclusiva di fine corso che si è svolta nella sala convegni dell’hospice dell’ospedale “Borella” di  Giussano. Momenti semplici, ma intensi e ricchi di emozioni tra strette di mano, applausi  e un brindisi finale  organizzato a sorpresa dai “veterani” dell’associazione.

“Oggi è una giornata bellissima. La conclusione di un corso e l’arrivo di nuovi volontari rappresenta sempre un segno di continuità – ha detto il Presidente di Arca, ingegner Agostino Gavazzi – A tutti loro l’augurio più gioioso affinchè siano portatori di speranza, di vita e di ascolto e perché sappiano affrontare con coraggio le difficoltà di un compito non facile: quello di rendere il più vivibile e il più dignitoso il tratto terminale dell’esistenza delle persone che assisteranno”.  

Le “new entry” , 6 donne e 4 uomini, di età compresa tra i 43 e i 72 anni,   andranno a rafforzare le fila dei circa 50 “camici arancioni”, attivi sia in hospice che a domicilio sul territorio brianteo.  Sono dirigenti, casalinghe, sarte, pensionati, allenatori sportivi, venditori. Tra di loro c’è chi ama il ballo, lo sport, la filosofia e tutti hanno un desiderio comune: donare parte del proprio tempo all’associazione che si batte per far vivere al meglio chi di tempo ne ha davvero poco
 
Per la prima volta,  il corso, giunto alla  quinta  edizione,  è servito  anche per formare e  “arruolare” volontari  da inserire nel più “giovane” hospice San Pietro di Monza,  dove il servizio debutterà appunto con le sei  matricole, “laureatesi”  al corso.
 
Durante  il ciclo formativo,  (undici lezioni  tra febbraio e maggio), coordinato dalla dottoressa Anna Maria Colombo e dalla dottoressa Giada Bartocetti,  i neo “camici arancioni” hanno approfondito aspetti clinici, psicologici, etici, antropologici e di promozione delle cure palliative e dell’associazione. Gli incontri si sono svolti con una modalità interattiva attraverso confronti, discussioni, attività di gruppo.

Il volontario  Arca lavora in un contesto di “rete”:  non si sostituisce al personale professionale nella erogazione di cure,  ma si affianca e si coordina con esso per attività di supporto. Pur non essendo una figura sanitaria,  fa parte dell'équipe a cui riferisce del suo operare.  Non necessariamente,  deve svolgere attività assistenziali e di supporto  “in prima linea”, a diretto contatto con il malato. Oltre ai volontari dello “stare”, ci sono anche  i volontari del “fare” che si dedicano a compiti di tipo organizzativo, di segreteria, di fundraising, di promozione dell’associazione e di sensibilizzazione e diffusione della conoscenza delle cure palliative. “In questo particolare periodo -spiega la psicologa, Giada Bartocetti – abbiamo ad esempio  la necessità di rafforzare il servizio di accoglienza in hospice, soprattutto per le persone che  frequentano  l'ambulatorio di Cure Palliative, così come di aiutare il personale in organico nella gestione del traffico telefonico per garantire alle famiglie una pronta ed efficace risposta in momenti di particolare bisogno, caratterizzati talvolta da ansia e disorientamento”.
 
Alla cerimonia, erano presenti i due vice presidenti di Arca, Mario  Caspani e Alberto Mapelli, i dottori Matteo Beretta e Andrea magnoni rispettivamente responsabili degli hospice di Giussano e San Pietro di Monza.


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