Una villa in città per un traffico di droga da 500 mila euro all'anno
SEREGNO - Tre marocchini e un italiano sono finiti in carcere nella notte tra giovedì e venerdì su ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Monza. I Carabinieri, partendo da un tentato omicidio di gennaio, hanno scoperto un traffico di droga con base in una villa in città e volume d'affari da 500 mila euro l'anno.
Lavoravano soprattutto nel weekend, in pieno giorno, nelle immediate vicinanze di scuole, cimiteri, centri commerciali. Sfrontati, insomma, tanto da agire in luoghi frequentati, ma anche pronti a tutto: offrendo droga con allettanti offerte commerciali (tre dosi al prezzo di due), oppure accettando pagamenti in natura da parte delle studentesse. Alla fine sono otto le persone raggiunte dai Carabinieri: nella notte tra giovedì e venerdì i militari della Compagnia Carabinieri di Seregno hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza, nei confronti di tre marocchini e di un italiano. Tutti con precedenti specifici, per concorso nel delitto di detenzione ai fini spaccio di sostanze stupefacenti. Altri quattro componenti della banda, gli addetti alla consegna della droga, erano stati arrestati a gennaio.
Il giro d'affari era davvero notevole: 10 mila euro incassati ogni settimana, complessivamente oltre 500 mila euro dall'inizio di gennaio a oggi. Il tutto grazie a circa 200 clienti raggiunti, così come documentato da un quaderno ritrovato dai Carabinieri in una villa di Seregno, dov'erano annotati nomi e traffici: persone di ogni fascia d'età e di diversa estrazione sociale, residenti nella provincia di Monza e Brianza e nel comasco.
La base della banda era però a Seregno, una villa utilizzata come base logistica ed al cui interno i malviventi tagliavano e confezionavano lo stupefacente destinato alla vendita al dettaglio. I militari dell’Arma, nel corso delle indagini hanno sequestrato oltre 250 dosi di cocaina, più di 130.000 euro in contanti nascosti soprattutto nell'imbottitura del divano.
I Carabinieri sono arrivati ai tre marocchini e all'italiano dopo un’intensa attività investigativa iniziata a seguito del tentato omicidio di un 37enne marocchino pregiudicato che, nel pomeriggio del 15 gennaio 2015, a Seregno, nei pressi di un bar in città era rimasto gravemente ferito al volto ed alla testa dopo essere stato aggredito da un suo connazionale successivamente arrestato. I militari avevano scoperto che tutto era dovuto alla spartizione degli utili sul traffico della droga. Nella sala operatoria dell'ospedale la perquisizione aveva rivelato la presenza di dosi di cocaina nelle tasche del ferito. Droga anche nell'abitazione di Inverigo. Ma era solo una piccola parte rispetto al giro d'affari che i Carabinieri hanno poi monitorato nei mesi successivi.
Il giro d'affari era davvero notevole: 10 mila euro incassati ogni settimana, complessivamente oltre 500 mila euro dall'inizio di gennaio a oggi. Il tutto grazie a circa 200 clienti raggiunti, così come documentato da un quaderno ritrovato dai Carabinieri in una villa di Seregno, dov'erano annotati nomi e traffici: persone di ogni fascia d'età e di diversa estrazione sociale, residenti nella provincia di Monza e Brianza e nel comasco.
La base della banda era però a Seregno, una villa utilizzata come base logistica ed al cui interno i malviventi tagliavano e confezionavano lo stupefacente destinato alla vendita al dettaglio. I militari dell’Arma, nel corso delle indagini hanno sequestrato oltre 250 dosi di cocaina, più di 130.000 euro in contanti nascosti soprattutto nell'imbottitura del divano.
I Carabinieri sono arrivati ai tre marocchini e all'italiano dopo un’intensa attività investigativa iniziata a seguito del tentato omicidio di un 37enne marocchino pregiudicato che, nel pomeriggio del 15 gennaio 2015, a Seregno, nei pressi di un bar in città era rimasto gravemente ferito al volto ed alla testa dopo essere stato aggredito da un suo connazionale successivamente arrestato. I militari avevano scoperto che tutto era dovuto alla spartizione degli utili sul traffico della droga. Nella sala operatoria dell'ospedale la perquisizione aveva rivelato la presenza di dosi di cocaina nelle tasche del ferito. Droga anche nell'abitazione di Inverigo. Ma era solo una piccola parte rispetto al giro d'affari che i Carabinieri hanno poi monitorato nei mesi successivi.